Il Tor des Géants in Valle d’Aosta è un po’ diverso dai molti altri trail alpini, e non solo perché è impegnativo per durata e dislivelli, ma perché è riuscito negli anni a coinvolgere l’intera comunità valdostana, con volontari e sostenitori.

L’8 settembre prenderà infatti il via lungo l’intero territorio regionale della Valle d’Aosta. Il Trail viene considerato una delle gare di endurance trail più dure al mondo, con i suoi 330 chilometri di lunghezza e i suoi 24 mila metri di dislivello positivo. I riflettori saranno puntati sugli atleti, ma si potrà anche vedere, nei reportage e nei social, anche la dimensione collettiva e partecipata dell’evento.

Durante quei giorni di settembre ci sono numersoe persone che si spostano, vivendo delle analoghe fatiche ed emozioni. È il popolo degli accompagnatori e dei volontari, parte di una comunità valdostana fatta di persone, associazioni e amministrazioni che affiancano atleti e organizzatori nello svolgimento della manifestazione. Si tratta di persone che si conoscono tra loro e sono conosciute in Valle d’Aosta: si possono trovare impiegati comunali, parroci (come quello di Introd), maestri di sci, allevatori, insegnanti, artigiani.

Il Parroco di Introd, Daniele Borbey, al Tor del 2023 (c) TORX

I “VolonTor

Nei dieci giorni del Tor sono poco più di 2.000 i cosiddetti “VolonTor”, ovverosia persone impegnate come volontari. Al di là dei numeri (all’UTMB i volontari sono 2.400), si tratta di amici, parenti, e appassionati che per la durata dell’evento offre il suo contributo affinché la gara si svolga regolarmente e in un ambiente protetto e positivo.

Molti di loro sono disponibili a qualunque ora del giorno e nei luoghi più impervi del percorso per supportare fisicamente ed emotivamente gli atleti. Altri sono già attivi nei giorni precedenti la competizione per predisporre i pacchi gara e fare arrivare il materiale necessario alle postazioni in quota; ci sono anche coloro che si occupano di colorare i sentieri e disporre cartelli e bandierine o coloro che, dotati di competenze specifiche, vengono destinati a postazioni in quota dove è solito trovare guide alpine o volontari del Soccorso Alpino.

Volontari, Proloco e alpini

Ognuno dei volontari del Tor des Géants fa del suo meglio per far funzionare la macchina organizzativa e fornire il proprio sostegno e il proprio incoraggiamento ai concorrenti.

Ad esempio, all’inizio della gara alcuni consegnano pettorali e GPS, altri sistemano le Basi-Vita che vengono attivate al momento della partenza. Sono loro che accolgono i runner ai ristori, preparando da mangiare – assieme alle Pro Loco del territorio o ai gruppi di alpini – incoraggiandoli e sostenendoli nei momenti di fatica. Svolgono mansioni di assistenza e vigilano, relazionandosi con i sanitari presenti sul percorso e con i commissari di gara con regolamento sullo sfondo.

Troviamo poi più di cento massaggiatori e fisioterapisti volontari sparsi lungo il tracciato, che sostengono i concorrenti alle prese con dolori muscolari, infiammazioni o le immancabili vesciche che la competizione riserva.

Un gruppo di VolonTor a Valgrisenche nel 2023 (c) TORX

Le amicizie durante il Tor des Géants

Durante i giorni del Tor des Géants, questo “esercito silenzioso” instaura relazioni personali con i corridori con i quali condivide le medesime emozioni.
Ci sono per esempio diversi volontari, anche dal Piemonte, da Chamonix o dal Vallese, che ogni anno prestano servizio nella stessa struttura stringendo nel tempo legami con i gestori dei rifugi. E sono proprio loro che, dormendo a loro volta poche ore, si occupano di sfamare i colleghi chiamati invece a supportare gli atleti.

Sono momenti di convivialità condivisi, tra una polenta e una risata, per fronteggiare la fatica e la tensione che una competizione così dura può riservare. È una macchina organizzativa spesso lontana dai riflettori ma che garantisce il corretto funzionamento dell’evento.

Se il Tor des Géants è un’esperienza fantastica, il merito è anche dei suoi “VolonTor”.

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Classe 1990 nato ad Aosta. Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Studia presso l'Université Paris Descartes di Parigi per il programma Erasmus e l'Université Catholique de Louvain a Bruxelles dove consegue un master in studi europei. Ha collaborato con diverse riviste specializzate sul tema della geopolitica. Scrive per Nos Alpes da gennaio 2024

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