Con l’avvio del nuovo anno scolastico 2024/2025, alcuni plessi in Francia hanno lanciato le prime sperimentazioni dell’uniforme. Al momento esclusivamente su base volontaria, qualora i risultati si rivelassero conclusivi esse potrebbero portare a una introduzione a livello generale a decorrere dal 2026. L’iniziativa è stata proposta dall’allora ministro della pubblica istruzione, Gabriel Attal, nel 2023.

L’uniforme scolastica in Francia

La possibile adozione di una uniforme scolastica comune a tutti gli istituti della Francia fa capo al Conseil national de la refondation (CNR), organismo creato nel 2022 per volere del presidente Emmanuel Macron; l’iniziativa prende il nome di “Notre école, faisons-la ensemble” (“La nostra scuola, costruiamola assieme”) ed è dotata di un fondo pari a 500 milioni di euro.

Scendendo più nel dettaglio, è in capo a ciascuna scuola, a ciascun collegio o a ciascun liceo di stabilire all’interno del proprio regolamento interno l’obbligatorietà di indossare un vestiario comune. Sostanzialmente basato su di un formato standard composto da pantaloni o gonna, blazer e camicia, esso ha un costo pari a circa 200 euro finanziato per la sperimentazione dallo Stato e dalle Regioni.

Le scuole interessate sono assistite da due comitati: il comitato direttivo sostiene e consiglia l’attuazione delle norme, mentre il comitato di monitoraggio analizza e classifica i progetti presentati con il supporto di un team di ricercatori.

Le uniformi in alcune scuole delle Alpi francesi

Sul totale dei 12 milioni di allievi di tutta la Francia, sono 90 le scuole che lungo l’anno scolastico 2024/2025 testeranno l’uniforme, circa lo 0,15% delle strutture del Paese. Per ciò che concerne la Regione Sud, accanto alle dieci strutture di Marsiglia e alle tre strutture di Aix-En-Provence, altri cinque periodi di prova prenderanno il via a Nizza e un altro a Tenda; per la Regione Alvernia-Rodano-Alpi, per contro, essi sono previsti in quattro licei tra Puy-de-Dôme, Allier, Isère e Ardèche.

Prima e durante il XX secolo veniva indossata la blusa, indumento talvolta obbligatorio e tendenzialmente di colorazione blu che serviva a evitare le macchie di inchiostro sui vestiti degli studenti. Le prime dispute scolastiche in termini di abbigliamento sorgono invece per la prima volta nel 1989 con il cosiddetto “affaire des foulards de Creil” (Oise), che riguardava due ragazze che indossavano il velo e che non furono ammesse in classe. 

Comunque il vincolo a un vestiario standardizzato non è mai stato introdotto negli istituti pubblici francesi a eccezione di alcuni Dipartimenti di oltremare. Vi sono però stati alcuni tentativi abbozzati, come quello effettuato tra il 2018 e il 2020 ma poi abbandonato a Provins (Seine-et-Marne).

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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