Le proteste No-TAV sono tornate a infiammare la Valle di Susa lungo il passato fine settimana, scagliandosi contro i prossimi interventi in programma nella costruzione della Torino-Lione.

Nella giornata dello scorso sabato 12 ottobre, difatti, erano oltre mille le persone che componevano il corteo direttosi dalla stazione ferroviaria di Susa sino alle vie del centro città. Lo scopo di tale marcia era quello di sensibilizzare la popolazione circa i disagi che, a detta del movimento, i lavori apporterebbero sul territorio nei prossimi sei anni.

Nella nottata della successiva domenica 13 ottobre, però, la tensione è cresciuta, portando gli attivisti a scontrarsi con le forze dell’ordine poste a difesa dell’area di cantiere. Al danneggiamento di alcuni mezzi ed edifici con graffiti e scritte, queste hanno risposto con idranti e fumogeni, come già spesse volte accaduto negli ultimi anni tra San Didero e Chiomonte.

L’esproprio di San Giuliano

Nel mirino delle polemiche No-TAV in Valle di Susa figurano i terreni di località San Giuliano, prossimamente oggetto di esproprio da parte della TELT, incaricata della costruzione della Torino-Lione. La zona è a oggi in fase di acquisizione da parte della società, con conclusione delle procedure prevista entro la serata di domani, martedì 15 ottobre.

Questa stessa porzione di territorio era stata acquistata in modo collettivo nel 2012 da oltre mille esponenti del movimento No-TAV con l’obiettivo di rallentare la realizzazione della stazione internazionale di Susa. Qui, peraltro, decine di oppositori al progetto avevano iniziato a stanziarsi sin dall’inizio di ottobre all’interno di un presidio costituito da container e tende.

Tali manovre avevano spinto la Questura a chiudere il tratto della Strada Statale 25 tra Susa e San Giuliano, dapprima 24 ore su 24 e successivamente soltanto nella fascia serale tra le 7 e le 22. Lo scopo è quello di garantire l’integrità dell’area, prossimo deposito per il materiale di scavo del tunnel, in vista dell’ultimazione delle procedure burocratiche.

Non l’ultima delle proteste No-TAV in Valle di Susa

Quella del fine settimana non è di certo però l’unica delle proteste No-TAV avvenute in Valle di Susa contro la linea ferroviaria Torino-Lione.

La settimana passata, difatti, l’effettivo sgombero dei presidi aveva suscitato più di un malcontento e più di una ondata di rabbia tra gli attivisti. Nella serata dello scorso lunedì 7 ottobre, oltre 200 persone si erano schierate lungo la Strada Statale 25 ponendo barricate attorno alla zona. Al lancio di alcune pietre le forze dell’ordine avevano reagito ancora una volta con i lacrimogeni e nel corso degli scontri era scoppiato un piccolo incendio.

Prima dell’inizio delle consultazioni antecedenti l’acquisizione da parte di TELT dell’area, fissate nella giornata dello scorso mercoledì 9 ottobre, erano stati svolti alcuni ulteriori interventi pacifici. Tra questi, per esempio, le giornate di volantinaggio nei mercati di Bussoleno e Susa le passeggiate di corteo nelle varie località interessate dai cantieri.

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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