Alpinismo non è soltanto imprese straordinarie e brivido della vetta, è anche preparazione sfibrante e fallimento personale, fragilità divoranti e pericolo di vita: proprio per questo “À hauts risques” (“Ad alto rischio”) è tutto fuorché celebrativo. Il volume di Brian Hallvincitore del Grand prix del Salon du livre de Passy 2025, propone undici ritratti di altrettanti alpinisti dell’epoca tra imprese mozzafiato e difficoltà incontrate lungo il percorso.

Il libro ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi come il Boardman Tasker Award nel 2022, il Kekoo Naoroji Book Award e il NZMFF Mountain & Adventure Narrative Award nel 2023. Pubblicato originariamente in inglese con il titolo “High risk”, esso è stato tradotto in francese da Didier Mille e riproposto dalle Éditions du Mont-Blancpresso il cui sito esso è oggi acquistabile.

Una nuova frontiera dell’alpinismo

Dalla metà degli Anni Settanta e sino circa agli Anni Ottanta, un gruppo di giovani alpinisti britannici ha sfidati i limiti della montagna e della sopravvivenza inventando un nuovo modo di affrontare le vette himalayane. Niente spedizioni imponenti, ossigeno supplementare o corde fisse: soltanto piccoli gruppi, mezzi ridotti, zaini pesanti e l’ambizione di scalare come nelle Alpi ma su montagne che sfiorano il doppio della loro altitudine.

E sono proprio le storie di vita e talvolta di morte di undici tra questi alpinisti e compagni di cordata a scandire il ritmo di “À hauts risques”, senza edulcorazione o eroismo ma con la realtà di talenti, fragilità e scelte senza scampo. Le fotografie in bianco e nero, che catturano momenti di scalata e il senso pieno di un vivere senza compromessi, aggiungono al racconto una intensità che le sole parole non potrebbero restituire.

Le storie di “À hauts risques”

Ogni capitolo di “À hauts risques” è un ritratto autonomo di nomi che fanno vibrare la memoria degli alpinisti più esperti o restano legati a vie che oggi figurano sulle mappe dell’Himalaya.

Alex MacIntyre, soprannominato “Dirty Alex”, era considerato un talento fuori dal comune grazie alla sua tecnica, alla sua velocità e alla sua capacità di intuire la montagna come pochi. Ossessionato dal rischio di caduta delle pietre, ha scelto di partire per l’Annapurna nonostante la paura, trovando la morte nell’autunno del 1982 colpito da un singolo sasso, quasi a firma beffarda del suo destino.

Joe Tasker, invece, univa l’intensità fisica a una profonda introspezione, riuscendo a trasformare in leggenda la scalata del Changabang in India accanto al compagno Peter Boardman datata 1976. Egli ha però perso la vita assieme allo stesso collega il 17 maggio del 1982 sulla parete nord est dell’Everest, senza che il suo corpo sia mai sino a ora ritrovato.

Alan Rouse era la “rockstar” del gruppo, estremamente carismatico, amante della vita notturna, in grado di passare dalle feste alle pareti verticali senza soluzione di continuità. La sua spedizione al K2 nel 1986 è ricordata come una delle più drammatiche e lo ha visto bloccato da una tempesta a poche centinaia di metri dalla vetta e tuttavia impossibilitato a fare ritorno.

Brian Hall, sopravvissuto per raccontare

Brian Hall, figura di spicco dell’alpinismo britannico tra Anni Settanta e Anni Ottanta, ha partecipato a spedizioni su alcune delle montagne più impegnative del Pianeta tra cui Everest in inverno, K2 e altre vette in Himalaya e nelle Ande. Oltre alla carriera alpinistica, egli è stato guida di montagna, cofondatore e per quasi 30 anni direttore del Kendal Mountain Film Festival.

Egli ha collaborato a film come “Touching the Void” ed è autore primo di “À hauts risques”, nato dall’urgenza di testimoniare una generazione “scalata sino all’estinzione”.

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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