Il 4 settembre 2025, a Ginevra, Francia e Svizzera hanno firmato due accordi sulla gestione delle acque transfrontaliere del Rodano e del Lago di Ginevra. I testi stabiliscono un quadro di cooperazione per rispondere alle sfide poste dalle variazioni dei flussi del Rodano degli ultimi anni, dovute alla siccità o a condizioni meteorologiche avverse, legate da un lato al cambiamento climatico e dall’altro al forte utilizzo delle risorse idriche.

Un quadro binazionale per la governance condivisa del Rodano

Il primo accordo, relativo alla cooperazione sulle acque transfrontaliere del Rodano tra Francia e Svizzera, prevede la creazione di una commissione quadro binazionale, la cui presidenza si alternerà tra i due Paesi. La struttura coordinerà una trentina di enti già attivi sul fiume, al fine di armonizzare le politiche di gestione delle acque e anticipare i problemi.

Il secondo accordo firmato a Ginevra riguarda la regolazione delle acque del lago Lemano, la cui gestione ha un impatto sulla portata del Rodano. L’accordo prevede il coordinamento nei momenti di crisi, sia per la siccità che per le inondazioni, con l’istituzione di cellule franco-svizzere di gestione delle crisi. Il ruolo di queste unità sarà quello di attivare misure concertate non appena si raggiungono soglie critiche, al fine di proteggere le popolazioni fluviali e gli usi idrici essenziali.

Questioni climatiche e usi

Il Rodano attraversa la Svizzera francese prima di entrare in Francia, dove contribuisce all’alimentazione di venti centrali idroelettriche e al raffreddamento di quattro centrali nucleari: Bugey, Saint-Alban, Cruas e Tricastin. Altri usi includono l’irrigazione agricola, la protezione degli ecosistemi del delta della Camargue (la salinità dell’acqua) e l’approvvigionamento di acqua potabile.

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Per Martial Saddier, presidente del dipartimento dell’Alta Savoia e presidente del comitato di bacino del Rodano-Méditerranée, i nuovi accordi di governance significheranno una maggiore reattività e una maggiore considerazione per le questioni locali, come le inondazioni e i rischi per la protezione civile. A suo avviso, “non si tratta più di una contrapposizione tra Parigi e Berna, ma di una vera e propria cooperazione multiscalare”.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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