Secondo il Copernicus Climate Change Service (C3S)il mese di ottobre 2025 è stato il terzo mese di ottobre più caldo mai registrato nel mondo, ma sulle Alpi il clima è stato variabile e poco contributivo nei confronti di tale record.

Anche se leggermente più fresco rispetto al 2023 e al 2024, esso conferma la tendenza di un anno eccezionalmente caldo, dove la temperatura globale media è risultata +1,5 gradi superiore ai livelli preindustriali. Lungo le settimane passate la temperatura media è stata pari a 15,14 gradi, cioè +0,70 gradi sopra la norma del periodo 1991-2020, ciò che promette di rendere il 2025 il secondo o il terzo anno più caldo mai registrato.

Il clima sulle Alpi tra freddo, neve precoce e mari ancora caldi

Stando ai monitoraggi costanti del servizio Copernicus, su tutto l’arco alpino l’altezza media dello zero termico si è abbassata di circa 200 metri o 300 metri, un chiaro segnale dell’arrivo di masse di aria più fredde. Le Alpi occidentali hanno mantenuto valori prossimi alla norma, ma nei settori centrale e orientale esso è andato a posizionarsi attorno ai 2600 metri o 2.700 metri, evidenziando un raffreddamento temporaneo.

Nonostante ciò, la temperatura dei mari, in modo particolare del Mar Mediterraneo che bagna le coste italiane e francesi, è rimasta sopra la media (+0,41 gradi), con picchi superiori a +1,5°C tra Sardegna e Corsica. Tale anomalia non fa che confermare il persistente accumulo di calore nelle acque, un fattore che contribuisce all’instabilità atmosferica e a fenomeni estremi sempre più frequenti.

L’Italia: il ritorno del fresco dopo 28 mesi di caldo anomalo

Dopo oltre due anni di temperature superiori alla norma, l’Italia ha registrato un ottobre più freddo del previsto, con una anomalia media di -0,24 gradi rispetto al trentennio 1991-2020. La causa principale è stata una irruzione di aria polare dai Balcani nei primi giorni del mese, che ha provocato un brusco abbassamento delle temperature, soprattutto sul versante adriatico e al Sud.

Il periodo di stabilità e sole successivo, la cosiddetta “ottobrata”, non è bastato a compensare il calo termico iniziale, contribuendo a collocare la Penisola al quarto posto tra gli anni più caldi dal 1950, dopo il 2024, il 2023 e il 2022. L’anomalia termica è stata negativa nelle zone del sud (-0,7 gradi) e positiva unicamente in Sardegna (+0,4 gradi), mentre il Nord ha registrato valori quasi in linea con la norma.

La Francia tra normalità e contrasti regionali

In Franciale condizioni di ottobre sono state complessivamente prossime alla norma climatica, con una temperatura media mensile discostatasi soltanto di +0,2 gradi dal valore di riferimento.

Il mese è stato caratterizzato da una prima metà stabile e secca, seguita da un periodo più perturbato con piogge intense sulle Alpi settentrionali, sul Massiccio Centrale e sulle Vosgi, dove si sono registrati accumuli fino al doppio della norma.

La “Façade ouest”, dalla Bretagna al sud della Loira, ha goduto di un soleggiamento eccezionale, con un surplus sino al 40%, mentre la zona di Lione e le regioni del nord-est hanno vissuto settimane più grigie.

Gli episodi di maltempo di fine mese, tra cui la Tempesta Benjamin che giovedì 23 ottobre ha attraversato il Paese, hanno chiuso un ottobre dal bilancio pluviometrico sostanzialmente equilibrato ma con grandi differenze regionali.

In Svizzera un ottobre più freddo della norma

Per la Svizzera, il mese di ottobre 2025 si è distinto per una temperatura media di 6,4 gradi, pari a -0,3 gradi rispetto alla media 1991-2020, dunque lievemente inferiore alla norma del periodo. In alcune regioni, soprattutto alpine e orientali, lo scarto ha raggiunto -1 grado rendendo il mese il 45° ottobre più caldo dal 1864, molto lontano dal record di 10,4 gradi del 2022.

Il mese è stato caratterizzato da precipitazioni irregolari, scarse lungo il versante sudalpino e in Engadina, più abbondanti nel Vallese, nello Chablais e nel Giura. Tali differenze riflettono una tendenza climatica sempre più evidente, ovverosia la variabilità estrema tra regioni e altitudini, con implicazioni dirette per l’equilibrio idrico e i ghiacciai alpini.

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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