Sul versante in Italia delle Nostre Alpi continua a crescere il consumo di suolo nonostante le diverse catastrofi naturali, anche associate al cambiamento climatico, che si sono verificate negli ultimi anni. La cementificazione sta contribuendo a rendere il territorio più caldo, fragile ed esposto al fenomeno del dissesto idrogeologico.

Secondo l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale in Italia), nel 2023, in Italia, le nuove coperture artificiali hanno riguardato 76,8 chilometri quadri, con circa 21 ettari al giorno consumati. Un dato importante se consideriamo che il fenomeno registra un costante calo, anche rispetto agli anni del boom economico, quando vi era un ampio nuovo uso del suolo nelle città del nord per costruire nuovi edifici e ospitare gli operai che lasciavano le campagne del sud.

Dal 2006, il fenomeno ha avuto una concentrazione relativamente più alta nel nord-ovest con 1.540 ettari (6.1% del totale del consumo di suolo dell’area), nel nord-est, con oltre 1.670 ettari (5,8%), e nel centro, con 940 ettari (4,7%).

L’opinione di Salviamo il paesaggio

Sul consumo di suolo in Italia si è espresso anche “Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori”, forum nazionale costituito da un aggregato di associazioni e cittadini italiani.

Secondo i dati di Scenari Immobiliari – un istituto indipendente di studi e di ricerche che analizza i mercati immobiliari – gran parte degli edifici di nuova costruzione oggi in vendita [in Italia] è stata costruita diversi anni fa e registra nel 2015 un invenduto pari a 90.500 unità“, cioè abitazioni ancora in costruzione e non sul mercato. “Nel contempo sono presenti immobili vetusti e quasi inutilizzabili che avrebbero invece bisogno di essere ristrutturati e riqualificati con evidenti benefici sia economici sia di decoro e senza gravare sul suolo libero”.

A differenza di Francia e Germania, in Italia non esiste una legge che regoli il consumo di suolo, malgrado alcune proposte di legge depositate in parlamento e diverse richieste emerse da associazioni e gruppi politici.

Lione punta alla tutela del suolo

Sia il Comune sia la Città Metropolitana di Lione puntano a ridurre il consumo di suolo attraverso l’applicazione della legge Clima e resilienza del 2021 secondo il principio « Zan, zéro artificialisation nette » (« Artificializzazione netta zero »). Il presidente della Métropole Grand Lyon, Bruno Bernard (Verdi), ha da diverso tempo detto di voler ridurre del 57% il consumo di spazi già entro il 2030. Riuscirà a mantenere questa promessa davvero ambiziosa e a densificare di più le aree già costruite, per sopperire alle richieste di nuovi alloggi sociali?

Dall’altro lato dell’agorà politico, il presidente della Regione Alvernia-Rodano-Alpi, Laurent Wauquiez (Les Républicains), lo scorso 30 settembre a Alpe d’Huez, al congresso dei sindaci dei comuni rurali, aveva annunciato di non voler applicare la legge Clima e resilienza del 2021 che mira a contrastare il consumo di suolo. Il 19 febbraio scorso, tuttavia, aveva fatto un passo indietro con un lettera ai sindaci, ammettendo l’obbligo dell’applicazione ma ancora sottolineando gli impatti negativi.

D’altra parte, il consumo di suolo costituisce anche uno degli argomenti di opposizione alla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, come espresso per esempio dal sindaco di Lione, Gregory Doucét (Verdi).

Contesto europeo ed esperienza in Germania

La Commissione Europea ha elaborato nel 2021 una strategia per il suolo. Il 5 luglio 2023 ha poi presentato una proposta di direttiva per il monitoraggio e la resilienza dei suoli.

In Germania, le prime norme sono state introdotte nel 1985 e altre ne sono seguite, ancora 1998. L’allora ministro per l’ambiente Angela Merkel (CDU) si pose l’obiettivo di far “consumare” entro il 2020 al massimo 30 ettari aggiuntivi al giorno, che resta una quantità importante rispetto agli attuali 21 ettari attuali in Italia, e sebbene sia circa un quarto della tendenza in atto in quel momento (129 ha/giorno nel 2000).

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