Il musical su Bernadette di Lourdes è sia un fenomeno di costume e di popolo, sia un fatto culturale e un caso di impresa. Abbiamo visto l’ultimo spettacolo per la città di Lione, domenica pomeriggio, 26 maggio, nella grande Hall Tony Garnier, affollatissima. Le prossime rappresentazioni saranno a Marsiglia, a Montpellier, Caen e Parigi.

Dal 16 gennaio del 2025, nell’anno del Giubileo, lo spettacolo musicale Bernadette di Lourdes sarà rappresentato anche in Italia, a partire da Roma.

Un clima di popolo

La Hall Tony Garnier, costruita nel 1914, poi recuperata negli anni Ottanta e ancora restaurata nei primi anni 2000, è la più grande superficie coperta d’Europa, luogo oggi di concerti e grandi eventi. La gente è arrivata in modo organizzato, con pullman, in gruppi di famiglie, amici, e anche dalle parrocchie. Vi erano provenienze dalla Maurienne, da Saint-Etienne, Valence, Grenoble; la sala di è riempita presto, con tutte le età, vi erano oltre 5200 spettatori. Davanti a me vi erano tre amiche che si sono spostate da Chambéry.

Il clima era partecipato, con tratti di commozione per alcuni durante la rappresentazione. Alla fine, si sono accese le luci dei telefonini nel pubblico, come una volta per le candele. Un grande momento collettivo dunque.

L’argomento di Bernadette

Il palco era molto lungo, la scenografia adatta una sala vasta, con fondali mobili e uno schermo gigante. La storia di Bernadette è stata rappresentata attraverso molti temi. La narrazione è stata lineare, giocata sul contrasto tra la determinazione della quattordicenne Bernadette e la resistenza di tutti coloro che la circondano, dal Commissario, al prefetto, dal curato al vescovo, alla sua famiglia, agli abitanti del paese.

Bernadette fa breccia nel cuore del padre, vede la Santa Vergine nella grotta a Lourdes. Si ascoltano i verbali del commissario, si osserva la conquista di un consenso e dell’accettazione, fino al passaggio in convento. A questo solco si uniscono gli altri temi: il rapporto tra padre e figlia, quello sociale, in quel 1858, con gli argomenti della dignità, dell’educazione, della povertà. Vi è la rappresentazione dell’autorità, anche maschile, ben plastica sul davanti della scena nelle figure del Commissario, del Curato e del Padre.

Vi è stata la capacità di restituire, con la leggerezza del musical, la forza del messaggio, con valori, famiglia, rapporti tra le persone, credo e politica. La ricchezza del racconto è passata comunque con dialoghi chiari e comprensibili, così come i canti. La musica, con la sua dimensione corale, che a tratti univa persino tutti i 21 attori sulla scena, rafforzava il coinvolgimento. Non si è trattato soltanto della dimensione cristiana e cattolica, che pure era presente nel pubblico, ma culturale e di condivisione di valori anche laici, e di vita.

L’argomento Bernadette, poi, di questi tempi, risponde anche alle difficoltà che si attraversano. La sua storia riflette un bisogno di valori e di argomenti dei momenti di crisi, come quelli che stiamo vivendo, dalle pandemie all’invasione russa in Ucraina, alla guerra in Medio Oriente.

È un messaggio rassicurante e di indicazione di un percorso, di determinazione e forza, sincerità, solidarietà, anche familiare. Nell’immaginario francese, ed europeo, la giovane età di Bernadette e la sua determinata ostinazione richiamano poi la vicenda di un’altra ragazza, Giovanna d’Arco.

Un’impresa culturale

Pare che a Lourdes la commozione fosse ancora più diffusa. Lo spettacolo è nato all’Espace Robert Hossein à Lourdes, nel 2019 e, superata la pandemia, ha poi raccolto nell’insieme 150mila spettatori. Si è poi spostato in tutta la Francia per raggiungere oltre 800mila spettatori, a colpi di migliaia a spettacolo.

In questa rappresentazione di successo si possono leggere due fatti principali. Il primo riguarda la capacità di organizzare grandi prodotti culturali, più in Francia e che in Italia, dal Cirque du Soleil appunto a Bernadette di Lourdes. In Italia la cultura anche popolare passa molto per la televisione. Gli altri strumenti, in parte il cinema o i concerti, ma soprattutto il teatro, sono assegnati a fasce sociali più ristrette, più classiche per età e formazione. Lo spettacolo musicale di Bernadette è esplicitamente rivolto al grande pubblico e resta ricco, in musica, messaggi, forme.

Il secondo punto riguarda la capacità di fare impresa culturale. Produttore insieme a Éléonore de Galard, Roberto Ciurleo rappresenta fisicamente questo aspetto. Nato a Saint-Jean-de-Maurienne in Savoia, quindi nello spazio di Nos Alpes, figlio di immigrati italiani, è stato inizialmente animatore di una radio cittadina, Radio Montagne, per poi crescere a Radio Scoop a Lione e poi a livello nazionale con NRJ, di cui ha finito per assumere i comandi. Le Monde parla di lui già nel 2011. Pur mantenendo un ruolo anche Virgin Radio France, diventa produttore di spettacoli musicali. Robin des Bois (Robin Hood) nel 2013, nella sola Parigi e con 90 rappresentazioni è stato visto da 300 mila persone. Comunque è un lavoro di impresa, Les Trois Mousquetaires (i tre Moschettieri) nel 2016 o Saturday Night Fever nel 2017 hanno avuto minori risultati. Le radici poi contano: allo spettacolo di Lione c’era una piccola delegazione di Saint-Jean-de-Maurienne: amici, ma anche il sindaco Philippe Rollet e la consigliera delegata Felicia Azzariti.

Bernadette arriva in Italia per il Giubileo

Visto il successo culturale e di pubblico di Bernadette, lo spettacolo diventerà internazionale, e andrà anche in America del sud.  

In Italia, Lourdes e il suo immaginario hanno un pubblico radicato – con i pellegrinaggi e persino con la diretta quotidiana della preghiera delle 18 dalla grotta, su TV2000. Lo spettacolo musicale vi arriverà con l’anno del Giubileo il 2025. Il casting è concluso, Bernadette sarà Gaia di Fusco. I biglietti sono già in vendita: a Roma rimarrà un mese, all’auditorium della Conciliazione, a partire dal 16 gennaio , per poi spostarsi con le date già confermate a Napoli dal 7 al 9 marzo e Bari dal 13 al 16 marzo. Seguiranno poi Bologna, Brescia, Firenze, Padova, Sanremo, Torino e Trieste.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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