Affrontando la fragilità che penalizza i servizi socio-sanitari delle aree rurali e montane in una prospettiva transfrontaliera, il progetto “C.A.R.E.” intende migliorare l’accesso agli stessi da parte delle due più delicate categorie di giovani e anziani. Diretta conseguenza della precedente iniziativa denominata “SociaLab”, esso vede coinvolti Savoia e la città di Torino in seno al programma Interreg Alcotra Italia-Francia 2021/2027.
Scheda tecnica
Esordito nel febbraio scorso con un seminario di lancio svoltosi ad Albertville, “C.A.R.E.” si inserisce nella linea di azione “Accesso alle cure sanitarie e resilienza dei sistemi sanitari”. Esso coinvolge nel ruolo di capofila la Communauté de Communes Val Guiers, affiancata da altri due beneficiari francesi, la Communauté d’Agglomération Arlysère e la Communauté de Communes du Lac d’Aiguebelette; i partecipanti italiani sono invece la Città Metropolitana di Torino, la Federazione provinciale Coldiretti Torino e l’Azienda sanitaria locale Ciriè, Chivasso e Ivrea.
Quanto alle cifre chiave del progetto, esso verrà realizzato grazie a un budget complessivo pari a 1.984.204 euro, di cui 1.587.363 euro provenienti dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e 396.840 euro provenienti invece da contropartite; sul totale 1.241.004 euro (992.803 euro di FESR e 248.200 euro di contropartite) sono stati attribuiti alla Francia, mentre i restanti 743.200 euro (594.560 euro di FESR e 148.640 euro di contropartite) sono stati attribuiti all’Italia.
“C.A.R.E.”
“C.A.R.E.” si prefigge anzitutto di sondare le problematiche che affliggono i servizi socio-sanitari delle zone alpine caratterizzate da insediamenti sparsi andando così a creare una base di conoscenze comuni e transfrontaliere. Questo servirà non soltanto per fornire una risposta adeguata al rischio di isolamento e perdita di autonomia che corrono nuove e vecchie generazioni bensì anche ad avviare un più capillare lavoro di prevenzione e impegno sociale.
Il programma è peraltro pensato per compensare la mancanza di professionisti della salute su certe località più limitrofe, per esempio promuovendo azioni di volontariato a sostegno di ogni aspetto del benessere personale del singolo; sarà anche possibile studiare e testare modelli e soluzioni per migliorare l’erogazione dei servizi locali, andando a costruire una rete sociale e sanitaria basata più sull’iniziativa che sull’emergenza.
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