Il 4 ottobre, a Parigi, la Regione Valle d’Aosta è tornata al Sommet de la Francophonie, dopo diversi anni di assenza, su invito del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, con la presenza del presidente Renzo Testolin e dell’assessore agli affari europei, Luciano Caveri. Sullo sfondo vi sono il Trattato italo-francese del Quirinale, il plurilinguismo promosso a livello europeo, le norme italiane di tutela e promozione delle minoranze linguistiche storiche.

Invitato speciale

La Valle d’Aosta ha per diverso tempo assistito al Sommet de la francophonie come invitato speciale. E’ una condizione che va rinnovata volta per volta, ma negli ultimi anni non ha partecipato, anche in ragione di un clima politico locale complicato sin dai primi anni 2000, che sta trovando di recente un quadro più stabile. La partecipazione di quest’anno ha quindi un valore particolare.

Come invitato speciale, la Valle d’Aosta non partecipa alle riunioni operative, non ha diritto di voto e anche in sala ha una posizione distinta. Può tuttavia, caso per caso, interloquire con le diverse istanze del sistema della francofonia, anche per singoli progetti.

Il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Renzo Testolin e il ministro francese per l’Europa e gli Affari esteri Jean-Noël Barrot in occasione del Sommet de la francophonie, il 4 ottobre 2024 (c) Bureau de presse Région autonome Vallée d’Aoste

Viceversa, considerata l’autonomia istituzionale delle assemblee elettive, il Consiglio regionale della Valle d’Aosta è invece membro di diritto dell’Assemblée parlementaire de la francophonie (APF) che esiste dal 1988. Inoltre, l’Università della Valle d’Aosta, che ha un’impronta nazionale anche per la stessa provenienza dei professori e per l’impostazione della formazione e della ricerca, accoglie comunque una delle 18 cattedre Senghor, che esistono dal 2003 come punto di osservazione sulla lingua. Sono presenti su scala globale, nel Québec o in Armenia, ma anche a Chambéry e Lione, che peraltro ospita il segretariato all’Università Jean Moulin Lyon 3.

La segretaria generale de l’OIF, Louise Mushikiwabo, e il presidente valdostano Renzo Testolin
Il presidente Renzo Testolin e l’assessore Luciano Caveri al Sommet de la Francophonie nel 2024

Va notato che il legame che si svolge a livello dell’organizzazione della francofonia ha per la Valle d’Aosta un rilievo anzitutto istituzionale, con caratteri in qualche modo di cortesia. Inoltre, la Valle è classificata come territorio plurilingue e con il francese come lingua co-ufficiale.

La legge italiana n.482 del 1999 e il Trattato del Quirinale

Per inquadrare il tema occorre però qualche elemento di contesto. La tutela delle minoranze linguistiche storiche, in Italia, dispone di una legge di protezione e promozione, la legge n.482 del 1999, che tra l’altro assicura, ogni anno, un finanziamento per progetti, per esempio con il coinvolgimento delle scuole o dei giovani. La Valle d’Aosta sostiene con queste risorse iniziative sul francoprovenzale, per esempio con lo sportello linguistico e la produzione di strumenti e pubblicazioni a sostegno della lingua minoritaria. La legge prevede strumenti di tutela anche in altri territori. Per esempio nella zona di Pinerolo, in Piemonte, vi sono alcuni sportelli linguistici dedicati anche al francese oltre che all’occitano, una dozzina di gemelaggi con comuni francesi, e la Semaine de la langue française che si tiene dal 1991.

Francia e Italia hanno indicato all’art. 8 nel Trattato del Quirinale anche la promozione e la diffusione delle lingue rispettive. Il doppio diploma ESABAC (Maturità e Baccalauréat) è attivo dal 2010 in numerose scuole secondarie in Italia e Francia. Si accompagna a scambi di studenti nei rispettivi Paesi, in particolare nelle zone di prossimità, con il progetto Transalp.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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