Tra domenica e lunedì prossimo si voterà per le elezioni regionali in Liguria e i due candidati presidenti, Marco Bucci e Andrea Orlando, terminano la loro campagna elettorale senza grandi scossoni e senza grande attenzione pubblica.

Le urne saranno aperte domenica 27 ottobre, dalle 7 alle 23 e lunedì 28 ottobre dal mattino al primo pomeriggio, dalle 7 alle 15. I cittadini con diritto di voto sono 1,3 milioni, di cui oltre 650mila residenti Genova, che pesa dunque per la metà di questa elezione.

Dei due candidati presidente quello della coalizione di destra, Marco Bucci, è sindaco della città di Genova, ed è sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, e altre forze minori e civiche.  Andrea Orlando, originario di La Spezia, ex ministro e attualmente parlamentare, ha il sostegno del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle, dell’Alleanza Verdi Sinistra e di alcune liste civiche.

I due candidati

Salvo qualche momento di polemica, la campagna elettorale si è svolta con un profilo basso, a cui si affianca un interesse pubblico relativamente scarso, come per modesti ruolo e incisività della Regione.

Il sindaco di Genova Marco Bucci ha cercato di far dimenticare la crisi politica determinata dall’arresto, dal lungo periodo di sospensione dalle funzioni di governo, e poi dalle dimissioni e patteggiamento con ammissione di responsabilità del presidente uscente, Giovanni Toti. La crisi è stata determinata da un’inchiesta giudiziaria legata al porto di Genova, a insediamenti commerciali e a campagne elettorali. In effetti, anche nei sondaggi, la crisi politica determinata dallo scandalo Toti non sembra avere avuto effetto negativo sui partiti di governo uscenti.

Il suo argomento principale è rimasto fondato sulla capacità di decidere, e sulla volontà di proseguire con le grandi opere – le infrastrutture di trasporto soprattutto, dalla Gronda o tangenziale di Genova alla nuova linea ferroviaria con Milano (il Terzo valico). Bucci ha acquisito un’immagine positiva in particolare come commissario alla ricostruzione del ponte Morandi, che crollò il 14 agosto 2018, e che fece 49 vittime.

Il candidato di sinistra, Andrea Orlando, figura moderata e rassicurante, ha insistito su alcuni ritardi della Liguria e di Genova nel panorama nazionale, sulla raccolta dei rifiuti o sulla qualità dell’aria, ma anche sullo spostamento di risorse dalla sanità privata a quella pubblica, e a favore di riduzione dei pedaggi autostradali e delle tariffe ferroviarie.

I temi assenti

Nei due casi sono stati assenti i grandi temi di sviluppo della Liguria, come il raddoppio della linea ferroviaria tra Andora e Finale ligure (avviato per l’insieme della Liguria sin dagli anni 30) e che è fondamentale per il corridoio europeo verso la Francia e l’Atlantico.

L’accessibilità della Regione, sia ferroviaria sia stradale patisce inoltre di code e saturazioni di capacità in particolare nel Ponente. Ugualmente non vi è traccia nei dibattiti del rinnovamento delle infrastrutture di servizio, come gli acquedotti, che solo un intervento statale finanziato dal Next Gen EU – PNRR ha iniziato ad ammodernare, o le reti fognarie che a Genova, per esempio, provocano periodici sversamenti in mare.

Entrambi i candidati concordano sulla necessità di non accogliere a Vado Ligure, accanto Savona, la nave di rigassificazione prevista per ricevere il gas liquefatto via mare in sostituzione di quello russo, sotto embargo per la guerra in corso contro l’Ucraina.

Il Consiglio regionale

Il sistema elettorale prevede che i candidati presidenti concorrano su base provinciale, sostenuti da liste loro collegate. Sono ammesse alla ripartizione dei seggi le liste che abbiano superato la soglia del 3% dei voti validi nell’intera Regione.

L’assegnazione dei 30 seggi di cui è composta l’Assemblea regionale avviene per quattro quinti su base proporzionale e il restante quinto, pari a sei seggi, come premio di maggioranza da attribuire in parte o del tutto alle liste collegate al presidente effettivamente eletto.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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