È esordita nella serata di giovedì 5 dicembre per poi chiudersi in concomitanza con l’Immacolata di domenica 8 dicembre la 25ª edizione della Fête des lumières di Lione. Quest’anno l’abituale appuntamento invernale ha proposto un ventaglio di 32 installazioni di luci e colori sparse su tutto il territorio cittadino e capaci di attirare migliaia di curiosi.

La mappa

Un curioso aneddoto

La Fête des lumières di Lione si innesta nel solco di una tradizione nata nel XIX secolo in occasione dell’inaugurazione della statua realizzata dallo scultore Joseph-Hugues Fabisch che domina la cima della collina di Fourvière. Secondo la storia, la cerimonia prevista l’8 dicembre del 1852 viene minacciata dal maltempo sopraggiunto senza preavviso ad adombrare il cielo invernale della città.

A un soffio dall’annullamento, però, la comunità religiosa si affaccia spontaneamente alle finestre delle proprie case cercando di fare luce sull’esterno con le proprie candele. È così che la Cappella è i suoi dintorni appaiono finalmente alla vista anche a scapito del buio ed è così che prende forma l’idea di una serata nella quale i lionesi si uniscono sotto il segno della luce.

Nel 1989, poi, i siti più emblematici del patrimonio cittadino, i paesaggi fluviali e collinari, i quartieri e le vie vengono illuminati dando forma e sostanza a una manifestazione oggi molto frequentata. Dieci anni dopo, nel 1999, viene ancora organizzata la prima edizione del festival spalmata su quattro giorni lungo la prima settimana del mese di dicembre.

La Fête des lumières 2024 a Lione

Le 32 installazioni luminose della Fête des lumières 2024 erano come consuetudine sparse e sparpagliate su tutto lo spazio cittadino di Lione. La Cattedrale di Saint-Jean è stata decorata con l’opera “Mother” dedicata alla natura mentre il Teatro dei Celestini ha ospitato il gioco di luci e geometrie “Dimensions of light”.

Alcune realizzazioni erano oramai abituali, come è il caso di “Jacobins act 4”, con la quale per la quarta volta Patrice Warrener ha colorato la Fontana dei Giacobini sita nell’omonima Piazza. Altre erano sperimentazioni delle scuole locali di architettura o design oppure novità assolute come la “Plastic island” del Parc de la tête d’or volta a stuzzicare la sensibilità del pubblico alla tematica dell’eccesso di rifiuti.

La Piazza dei Giacobini (c) muriel chaulet, espace presse Fête des lumières

I premi

Alcune delle opere sono peraltro state candidate al Trophée des lumières, ogni anno promosso dalla Région Auvergne-Rhône-Alpes, dalla Ville de Lyon e dall’emittente France 3.

Nella categoria “Coup de coeur” per le luci più spettacolari si è distinta “I love Lyon”, che racchiude la statua del Re Sole Luigi XIV all’interno di una sfera di neve tipicamente natalizia. Nella categoria “Projet engagé”, che omaggia l’approccio socialmente e ambientalmente responsabile dell’artista, è stata “Boum de lumières”, una proposta immersiva di giochi e attività di luce dedicata alle famiglie.

“I love Lyon”, (c) muriel chaulet, espace presse Fête des lumières

La Fête des lumières prosegue a Fourvière

Ancorché archiviata sino al prossimo inverno, la Fête des lumières di Lione resterà ancora ben viva e visibile sulla Basilica di Fourvière in occasione del Festival Région des lumièresorganizzato al fianco della società Les allumeurs de rêves. Tra giovedì 26 e martedì 31 dicembre sarà difatti possibile ammirare sulla facciata dell’edificio spettacoli gratuiti che utilizzano tecniche moderne spazianti dal video mapping all’animazione, dal 2D al 3D.

Le proiezioni, della durata di 18 minuti e dall’orario serale tra le 18:30 e le 21:30, saranno accompagnate da brani eseguiti da voci femminili a cappella che si alterneranno tra opera e jazz vocale. Queste ripercorreranno le origini e la nascita della Basilica descrivendone aspetto esterno e arredamento interno, seguite da focus sulle donne e sulle personalità internazionali che vi hanno fatto visita. La chiusura sarà su di un approfondimento circa ricchezze presenti nell’edificio, dai testi in lingua latina ai ritratti, dagli arredamenti in bronzo al giardino.

LEGGI ANCHE: Tra passato e presente, la quasi millenaria Foire de la Saint-André di Annecy

Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

Exit mobile version