Il Tribunale federale ha stabilito che gli autisti che operano a Ginevra tramite l’applicazione Uber devono essere inquadrati nella Legge federale sul collocamento e il personale a prestito (LC). La sentenza, resa pubblica nel maggio 2025 rigetta un ricorso presentato da MITC Mobility, società ginevrina partner di Uber.
La decisione del Tribunale federale svizzero accoglie in questo modo la posizione del governo ginevrino e ridefinendo il quadro giuridico dei rapporti di lavoro della società e il un modello economico di lavoro basato sulla piattaforma digitale della società Uber, la cui sede legale si trova a San Francisco, in California.
Una lunga battaglia legale tra Uber e il Cantone Ginevra
Il contenzioso tra Uber e le autorità ginevrine è in corso da diversi anni. Nel 2019 il conflitto ha assunto un profilo forte, con divieti imposti alla piattaforma nel territorio di Ginevra, in seguito anche a rivelazioni contenute negli Uber Files su incontri informali per facilitare l’ingresso della società nel sistema locale dei trasporti.
Uber era arrivata a Ginevra partire dal 2015 in un contesto di circa un migliaio di tassisti tradizionali. Aveva raddoppiato l’offerta di trasporto e con prezzi più bassi del 30-50%, e con soluzioni economiche basate sul costo degli autisti.
Nel 2022 una sentenza del Tribunale federale svizzero aveva però stabilito che gli autisti Uber erano da considerarsi lavoratori subordinati. Da allora, Uber ha operato a Ginevra attraverso MITC Mobility, che fornisce autisti in regime di appalto. La nuova sentenza qualifica ora questi lavoratori come impiegati in regime di lavoro temporaneo (lavoro a prestito) secondo quanto previsto dalla legge federale.
Controllo operativo e direttive attraverso l’applicazione
Nel motivare la sentenza, i giudici del Tribunale federale svizzero hanno sottolineato che Uber esercita un controllo significativo sugli autisti attraverso la sua app. Elementi come la trasmissione del luogo di partenza e arrivo, gli orari, la distanza e il tracciamento in tempo reale tramite smartphone configurano un insieme di direttive operative che vanno oltre una semplice piattaforma di intermediazione. Inoltre la piattaforma prevede anche il controllo del tipo di auto e della modalità di guida.
In questo contesto, Uber agisce in modo assimilabile a un datore di lavoro, anche se formalmente l’assunzione avviene tramite MITC Mobility.
Le prospettive per Uber a Ginevra e in Svizzera
Secondo la sentenza, MITC Mobility dovrà conformarsi alle disposizioni della legge federale sul collocamento e il personale a prestito, garantendo tra l’altro un numero minimo di ore lavorative ai propri autisti. La consigliera di Stato Delphine Bachmann, citata dalla Tribune de Genève, ha accolto con favore la decisione parlando di un passo verso “una maggiore trasparenza” nel settore.
Le implicazioni vanno oltre il contesto ginevrino: altre autorità cantonali potrebbero infatti richiamarsi a questo precedente, con effetti sull’attività di Uber in tutta la Svizzera.
Il rafforzamento del controllo sulle condizioni giuridiche dei rapporti di lavoro e i vincoli contrattuali più stringenti potrebbero indurre Uber a un ritiro della piattaforma dal mercato ginevrino.
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