La seconda canna autostradale del traforo del Frejus, aprirà il 28 luglio prossimo. Lo ha anticipato il 15 luglio alla stampa il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
Secondo le prime informazioni, la seconda canna imporrà limiti di velocità tra 50 e 70 km/h, distanza minima di 150 m tra i veicoli, e avrà sistemi antincendio ogni 130 m, con rifugi e sensori lungo il percorso.
L’opera è di quasi di 13 chilometri, e ha un diametro inferiore rispetto all’altra canna attualmente in esercizio, anche perché il suo progetto iniziale fu di galleria di soccorso. Il costo è di circa 700 milioni di euro e l’apertura è stata più volte rimandata. I lavori si sono realizzati in tempi lunghi, anche in ragione delle interruzioni dovute alla pandemia.
La sala di controllo dell’insieme del tunnel, dunque di entrambe le canne, è stata trasferita in una nuova struttura sul lato italiano.
Il ruolo della seconda canna
La seconda canna del Fréjus non avrà un effetto diretto sullo spostamento del traffico ma mette almeno in parte in sicurezza le vie di trasporto tra Italia e Francia rispetto a possibili rischi o eventi gravi, come avvenne per la frana del 27 agosto 2023 a Saint-André, in Maurienne che provocò la chiusura per 18 mesi della ferrovia storica italo-francese del Moncenisio-Fréjus.
Lo spostamento di traffico stradale verso il Fréjus sarà piuttosto determinato anche quest’anno dal Traforo del Monte Bianco, che chiuderà dal 1° settembre al 12 dicembre 2025. Il Bianco ha una canna unica e non ha la possibilità di dirottare su una sua seconda canna il traffico in caso di lavori o di blocchi dovuti a rischi.
Un altro caso emblematico dell’importanza di una seconda canna per ragioni di sicurezza e continuità parziale del traffico è il tunnel di Vuache, sulla A40 tra Annemasse e Bellegarde-Valserhône, che sta attualmente funzionando a una sola canna dopo l’incendio di un TIR, rapidamente gestito, l’11 giugno 2025.
Gli ultimi test
Gli ultimi test di sicurezza della seconda canna al Fréjus sono avvenuti tra sabato 15 marzo alle ore 22 e lunedì 17 marzo 2025 alle ore 6, quando la circolazione al tunnel si è interamente interrotta.
Analoghi test, che non avevano dato l’esito atteso, si erano tenuti, con chiusura totale del traffico, dal 13 al 16 dicembre 2023 e tra il 25 e il 27 gennaio 2024.
L’apertura della seconda canna era stata annunciata per il 2021, ma è stata rinviata alla fine del 2022 e poi al primo trimestre del 2023, complici la pandemia e poi l’aumento dei costi, anche collegati alla ripresa e alla guerra.
I primi test non avevano avuto esito positivo, e inoltre era necessario unificare i sistemi di controllo di entrambe le gallerie, ammodernare gli strumenti e realizzare una nuova sala di controllo.
I lavori per la seconda canna sono durati diversi anni: avviati nel luglio del 2011, la caduta del diaframma è del 17 novembre 2014. Il progetto risale al 2009.
Un mese rispetto alla data annunciata
La seconda canna del traforo del Fréjus avrebbe dovuto aprire entro fine giugno 2025, in concomitanza alla canna singola del traforo del Tenda. I ministri degli Esteri italiano e francese, Antonio Tajani e Jean-Noël Barrot, e il ministro francese dei trasporti, Philippe Tabarot, lo avevano annunciato in occasione del Comitato frontaliero del Trattato del Quirinale, che si era riunito a Nizza il 6 febbraio 2025.
Tuttavia, complice anche l’attenzione pubblica sul tunnel di Tenda, di apertura della seconda canna del Fréjus non si era più sentito parlare. Allo stato attuale, d’altra parte, è soltanto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e in un modo informale alla stampa, che ne ha dato notizia. La situazione non è dissimile dall’annuncio che fece il sindaco di Tenda, Jean-Pierre Vassallo, anticipando la data di apertura appunto al Tenda. Secondo quanto inteso, un incontro di inaugurazione potrebbe aver luogo al Fréjus domenica 27 luglio e l’entrata in esercizio lunedì 28 luglio.
La Ciclofréjus del 10 luglio
La seconda canna del Fréjus anche quest’anno, il 10 luglio, ha ospitato la gara ciclistica Ciclofréjus, con partenza da Bardonecchia e attraversamento del tunnel, su tre lunghezze, da 52, 74 e 121 chilometri.
Quest’ultima il partenza sempre da Bardonecchia raggiungeva Modane attraverso il tunnel e prevedeva poi la salita al colle del Moncenisio, la discesa a Susa e l’arrivo a Bardonecchia.
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