Nel corso dell’estate corrente, la Valle d’Aosta accoglie una serie di incontri pubblici dedicati ai ghiacciai e alla loro rapida trasformazione sotto la pressione del cambiamento climatico. Sette appuntamenti, organizzati tra l’inizio e la fine del mese di agosto in diversi luoghi della regione, daranno forma a un calendario diffuso per l’Anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai indetto dalle Nazioni Unite.
A promuovere l’iniziativa è la Regione Autonoma Valle d’Aosta, in stretta collaborazione con Fondazione Montagna Sicura, ARPA Valle d’Aosta, Forte di Bard e altri soggetti locali. Al di là del comunicare l’allarme climatico, lo scopo è di costruire una consapevolezza informata, intrecciando conoscenze scientifiche, visioni culturali e responsabilità condivise nel presidio della montagna.
La Valle d’Aosta come territorio modellato dal ghiaccio
I ghiacciai alpini sono tra gli indicatori più sensibili e drammatici del riscaldamento globale e la Valle d’Aosta ne conta a oggi 184 per una superficie di circa 120 chilometri quadrati. Tuttavia, questi numeri sono in costante diminuzione, tanto che negli ultimi venti anni la regione ne ha persi ben 32, registrando un -22% della loro superficie glaciale.
Si tratta di una trasformazione che va ben oltre la dimensione paesaggistica ma che impatta le riserve idriche essenziali per l’uomo, l’agricoltura, la produzione idroelettrica e gli equilibri ecosistemici. Eppure, questi sono anche luoghi a elevato rischio e precaria instabilità nei quali la fusione, la formazione di nuovi laghi glaciali o la degradazione del permafrost possono generare eventi estremi come valanghe, frane o alluvioni.
Le previsioni per le prossime decadi restano poco rassicuranti: entro il 2050 si stima un aumento delle temperature compreso tra i +2 gradi e i +3 gradi, con lo zero termico che raggiungerà i 4.100 metri di altitudine nei mesi estivi. Di pari passo, i giorni di gelo in alta montagna si ridurranno sino a due mesi entro la fine del secolo, mentre la durata della copertura nevosa si accorcerà sino a cinque settimane nei fondovalle, con conseguente aggravamento del bilancio idrico sino al 40%.
Una agenda estiva per la montagna che cambia
Il ciclo di eventi promosso in Valle d’Aosta a favore dei ghiacciai si aprirà il prossimo venerdì 1° agosto, con un dialogo tra lo scienziato del suolo Michele Freppaz e l’esperto del Comitato glaciologico italiano Paolo Piccini. Alle 18 nella centrale Piazza Tache di Gressoney-La-Trinité, i due discorreranno circa l’evoluzione dei ghiacciai nella Valle del Lys e i due secoli di osservazioni scientifiche sul territorio.
Alle 21 del successivo lunedì 4 agosto, il Salone Arly a La Thuile ospiterà una serata dedicata al Ghiacciaio del Rutor volta a illustrarne l’evoluzione attraverso dati storici, monitoraggi e strumenti di realtà virtuale. Ancora mercoledì 6 agosto, presso lo Chalet de l’ange di Courmayeur, si rifletterà sulla tematica “Ghiacciai e diritto” con giuristi Roberto Louvin e Michele Vellano.
Sarà invece la sede di Monterosa terme di Champoluc a proporre, venerdì 8 agosto, uno sguardo culturale al ghiacciaio con l’antropologo Annibale Salsa, l’esperto di toponomastica Saverio Favre e il ricercatore Benjamin Buchan. Domenica 10 agosto sarà ancora presente al Forte di Bard il noto alpinista Patrick Gabarrou, che in “Autour du Mont Blanc” racconta come i cambiamenti climatici stanno ridisegnando il rapporto tra montagna e pratica alpinistica.
Mercoledì 20 agosto, nella Sala polivalente di Arvier, l’incontro “Camminiamo su ghiaccio sottile” metterà a fuoco la criosfera, la neve e le valanghe, con interventi di esperti scientifici e guide alpine. A chiudere il cerchio sarà, venerdì 22 agosto al palazzetto di Valtournenche, la serata “Sentire la montagna che cambia”, durante la quale ricercatori italiani, francesi e svizzeri esamineranno i processi invisibili che alterano la stabilità delle montagne.
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