Il progetto Interreg Alte Valli 2030 è stato presentato il 18 settembre 2024 a Monginevro, nel contesto del programma europeo Interreg ALCOTRA.
L’iniziativa rappresenta il seguito della cooperazione sulla frontiera italo-francese tra le Hautes Alpes, la Maurienne e le valli piemontesi di Susa e del Chisone fino a Pinerolo, avviata con il precedente macroprogetto PITer “Cuore delle Alpi”. Promuove uno sviluppo condiviso delle valli alpine attraverso mobilità sostenibile, innovazione e servizi territoriali, e si appoggia anche su una nuova struttura leggera condivisa.
Dalla cooperazione alla governance: il ruolo della CHAV
Al centro del nuovo ciclo progettuale c’è infatti la CHAV – Conferenza delle Alte Valli, nata nel 2007 come spazio di dialogo informale tra territori alpini di confine e oggi evoluta in un’organizzazione più stabile.
Con il supporto del precedente PITER, la CHAV si è costituita come associazione di diritto italiano, con presidenza alternata tra rappresentanti francesi e italiani. È un assetto che le consente una relativa maggiore capacità di azione, con una impostazione transfrontaliera. Per esempio, è l’associazione comune Conferenza Alte Valli che diffonde ora i comunicati stampa nelle due lingue.
Cinque progetti per un maggiore impatto transfrontaliero
Il nuovo PITer+ “Alte Valli 2030 – Un bacino di vita montano transfrontaliero” si articola in cinque progetti tematici, che declinano gli obiettivi strategici secondo quattro direttrici comuni: vivere, agire, scoprire e muoversi.
Il progetto “Vivere” è dedicato all’accessibilità e alla qualità dei servizi pubblici nelle aree montane, per le condizioni di vita e per contrastare lo spopolamento. “Agire” si concentra sulla gestione dei rischi e sull’adattamento ai cambiamenti climatici, promuovendo una transizione ecologica radicata nel territorio.
“Scoprire”, guidato dalla Città Metropolitana di Torino, agisce sul cicloturismo e il turismo lento per valorizzare patrimonio e territorio. Invece, “Muoversi” affronta il tema della mobilità transfrontaliera sostenibile, con soluzioni alternative all’uso dell’auto privata e nuovi servizi di collegamento tra le due frontiere. Vi è poi un progetto di coordinamento, “Cooperare” che cura anche la comunicazione.
Un partenariato più chiaro
Il progetto “Alte Valli 2030” è cofinanziato dal programma Interreg ALCOTRA con un budget complessivo di oltre 7 milioni di euro, di cui 5,7 provenienti dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Ha preso avvio il 2 settembre.
La struttura del partenariato del progetto “Alte Valli 2030” è in parte cambiata rispetto al progetto precedente. Adesso c’è uno strumento comune stabile di coordinamento (la CHAV), ci sono i principali partner territoriali (il GAL Gruppo di azione locale Escartons e Valli Valdesi, il Syndicat du Pays de Maurienne, la Communauté de communes du Briançonnais) e poi ci sono le due collettività territoriali più ampie (il Dipartimento della Savoia e la Città metropolitana di Torino).
L’iniziativa si colloca in relativa continuità con il precedente PITer “Cuore delle Alpi” (2018–2022), con progetti non troppo dissimili. Lo scopo è rafforzare la loro dimensione transfrontaliera in particolare nei risultati e negli impatti dei progetti singoli, appunto vivere, agire, scoprire e muoversi.
All’evento di lancio sono intervenuti vari rappresentanti politici e tecnici, di associazioni, e responsabili di progetto: anche le foto mostrano la grande partecipazione. C’erano tra gli altri Giorgio Montabone, vicepresidente della CHAV e vicesindaco di Susa, Jean Claude Raffin, sindaco di Modane, Danilo Breusa, sindaco di Pomaretto, Sonia Cambursano, consigliera della Città Metropolitana di Torino, oltre a Véronique Veyrat, responsabile dell’Autorità di Gestione Interreg ALCOTRA Italia-Francia.
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