Con “I conquistatori dell’inutile” (in originale “Les conquérants de l’inutile”) Lionel Terray ha tracciato un indelebile e indimenticabile solco nella letteratura alpina e nella narrazione di montagna. Pubblicata dalla casa editrice Gallimard nel 1961, l’autobiografia del leggendario alpinista nato a Grenoble è stata poi riedita dalla casa editrice Guérin-Paulsen nel 2017.

“I conquistatori dell’inutile”

“I conquistatori dell’inutile” è il volume cui Lionel Terray affida il racconto della lunga serie di imprese affrontate poco più di venti anni di carriera ma anche le speranze di una vita consacrata all’alpinismo. Fortemente criticato dal padre, che mai ha davvero compreso la sua vocazione di sportivo, egli ha da sempre tessuto l’elogio dell’inutilità di una sfida con la roccia e la neve che diviene anche sfida con se stessi.

Dalle cime più alte delle Alpi, egli è passato alla conquista dell’Himalaya ed è divenuto un autentico gigante nel panorama mondiale, concretizzatore di una passione che lo ha consumato e al contempo reso una leggenda. Il volume è una minuziosa ricostruzione di una esistenza consacrata al brivido della vetta, pubblicato soltanto quattro anni prima della morte del suo autore, avvenuta il 19 settembre del 1965 sul Massiccio del Vercors.

Oltre che nelle principali librerie francesi, il testo può essere acquistato sul sito web delle edizioni Guérin-Paulsen al prezzo di 22,00 euro per la versione stampata e al prezzo di 12,99 euro per la versione digitale.

Lionel Terray

Nato a Grenoble il 25 luglio del 1921, Lionel Terray risente sin dall’infanzia una spiccata attrazione per lo sci e per l’arrampicata, che lo portano spesse volte ad accesi confronti con i genitori. Seguendo il padre malato, egli approda a Chamonix all’età di 12 anni, dove il suo amore si fa sempre più vivo e lo spinge alle prime ascese sulla Mer de Glace e il Ghiacciaio dei Bossons.

Nel maggio del 1941 egli entra nella scuola di addestramento militare Jeunesse et montagne, per poi prendere parte alla Seconda Guerra Mondiale al fianco della unità di montagna di eccellenza denominata Compagnie Stéphane. È al termine del conflitto nel 1945 che l’alpinismo si trasforma nel suo traguardo di vita, portandolo a intraprendere la triplice carriera di istruttore all’École de haute montagne, maestro di sci e guida alpina.

Egli è celebre per essere stato protagonista, assieme a Louis Lachenal, di una delle migliori cordate francesi del dopoguerra, realizzatrice nel 1947 della prima ripetizione della parete nord dell’Eiger (Oberland Bernese). Tre anni dopo egli partecipa alla spedizione francese sull’Annapurna (Nepal), la prima conquista di una vetta di oltre 8 mila metri, seguita da una serie di altre mirabolanti imprese tra cui le prime ascensioni del Fitz Roy (Patagonia) e di Makalu e Jannu (Nepal).

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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