Tre accordi per la mobilità transfrontaliera nell’area di Ginevra sono stati firmati il 27 novembre 2025 con l’obiettivo di migliorare il trasporto pubblico tra Svizzera e Francia e ridurre il traffico automobilistico privato, in particolare con bus transfrontalieri e parcheggi di scambio. Le autorità territoriali coinvolte investiranno prima quasi 40 milioni di franchi entro il 2029 e poi complessivamente 182 milioni entro il 2032, con un piano condiviso tra nove collettività pubbliche del Grand Genève, tra Alta Savoia, Ain e Cantone di ginevra.

Il potenziamento delle infrastrutture e dei servizi di trasporto transfrontaliero risponde la relativo surriscaldamento demografico ed economico dell’area del Grand Genève, in ragione dello sviluppo e della concentrazione di attività economiche, produttive, organizzative e finanziarie a Ginevra.

L’iniziativa prevede finanziamenti congiunti tra il Canton de Genève, i dipartimenti francesi dell’Ain e dell’Alta Savoia e altre autorità locali, allo scopo di coordinare gli interventi su entrambi i lati della frontiera.

I tre accordi riguardano la governance transfrontaliera del processo, dodici interventi da quasi 40 milioni di franchi da realizzare tra il 2027 e il 2029, e un piano dei bus transfrontalieri da realizzare tra il 2027 e il 2030.

Il contesto degli accordi

I tre accordi segnano un momento positivo in un contesto relativamente problematico nei rapporti tra Ginevra e il Genevois français e tra la Svizzera e la Francia nel suo insieme. Anche sottolineando le difficoltà di far progredire diversi dossier, a maggio 2025 aveva lasciato i suoi incarichi pubblici Antonio Hodger, consigliere di Stato (cioè componente dell’esecutivo) del cantone di Ginevra. Il tema dei frontalieri che occupano molte funzioni in Svizzera occupa molto dibattito interno alla Confederazione, e da diversi anni.

L’attrattività che deriva dalla crescita economica della Svizzera (e di Ginevra) tende a richiamare il lavoro frontaliero, nuovi residenti e problemi organizzativi, così da indurre misure di contenimento (per esempio sulla tassazione), o sull’accesso alle scuole svizzere per i frontalieri: per esempio quelle di Ginevra dal prossimo anno accoglieranno solo residenti svizzeri.

Viceversa, altri dossier, seppure in numerosi anni, hanno fatto progressi, come la regolazione, in caso di emergenza siccità o inondazioni, delle acque del Rodano in uscita dal lago Lemano e verso la Francia, con un accordo del 4 settembre 2025.

Un nuovo quadro di governance e dodici progetti

Il primo dei tre accordi firmati stabilisce la creazione di una governance tripartita incaricata di monitorare la realizzazione di infrastrutture strategiche situate in territorio francese ma al servizio dell’intero bacino di mobilità ginevrino. Il Canton de Genève si impegna con un investimento di 39,5 milioni di franchi, in parte destinato anche a progetti nei settori della salute e dell’ambiente. L’approvazione definitiva del contributo sarà soggetta a votazione popolare, cioè a referendum, come previsto dalla costituzione cantonale.

Il secondo accordo elenca dodici interventi infrastrutturali. Tra questi figurano l’estensione del tram verso Ferney-Voltaire, linee di autobus ad alta capacità (BNHS) tra il CERN e Saint-Genis-Pouilly e tra Annemasse e Bonne, e la priorità con corsia dedicata al trasporto pubblico lungo l’asse stradale della strada dipartimentale RD1005 tra Thonon-les-Bains e Ginevra. Sono previsti anche nuovi parcheggi d’interscambio (uno da 400 posti), e il raddoppio della capacità del Park and Ride presso la stazione di Machilly per accedere al Léman express. Gli interventi saranno realizzati tra il 2027 e il 2029.

la carta degli inteventi (c) République et canton de Genève

Il terzo documento: i bus transfrontalieri

Il terzo documento firmato è una lettera d’intenti per il finanziamento dei servizi di autobus transfrontalieri tra il 2027 e il 2030, quindi su tempi medi. Il piano coinvolge anche il Canton de Vaud e la Regione di Nyon, oltre a diverse autorità francesi. L’accordo prevede che la Svizzera aumenti il proprio contributo fino al 60% dei costi operativi, in linea con l’uso effettivo delle linee da parte dei pendolari svizzeri. Il riequilibrio permetterà alla parte francese di reinvestire circa 2,4 milioni di euro all’anno nel miglioramento delle linee di collegamento interne. In totale, saranno interessate dodici linee transfrontaliere e nove linee di raccordo (di rabattement) nuove o esistenti.

L’intero pacchetto di accordi è stato descritto come un “momento storico” dal consigliere di Stato Nicolas Walder, che è anche a capo dell’organizzazione comune della Grand-Genève. Anche Pierre Maudet, responsabile del Dipartimento delle mobilità del cantone, ha sottolineato l’urgenza di offrire alternative concrete alla mobilità privata: “Gli ingorghi non hanno nazionalità”, ha affermato. Il presidente del dipartimento dell’alta Savoia, Martial Saddier, ha sottolineato il successo dell’approccio pragmatico, che tra l’altro ha consentito di giungere all’accordo in un anno di dialogo.

L’ultima esperienza di votazione popolare sul finanziamento di infrastrutture in territorio francese risale al 2014, quando gli elettori ginevrini respinsero un contributo per la costruzione di parcheggi d’interscambio, i Park&Ride, in Alta Savoia. La nuova votazione popolare a Ginevra dovrebbe tenersi nell’autunno 2026.

LEGGI ANCHE:

Due accordi tra Francia e Svizzera sulla gestione delle acque del Rodano e del Lemano

Antonio Hodgers lascia il governo di Ginevra e l’azione franco-svizzera

Ginevra esclude gli studenti frontalieri dalle scuole, qualche screzio con la Francia

Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

Exit mobile version