È stata confermata ieri, martedì 16 aprile, la data ufficiale della chiusura totale del Traforo del Monte Bianco per il 2024 finalizzata al rifacimento di due porzioni di volta di 300 metri ciascuna. In una nota, le società GEIE-TMB hanno comunicato l’interruzione al traffico per quindici settimane consecutive dalle 17:00 di lunedì 2 settembre alle 17:00 del successivo lunedì 16 dicembre.
Un cantiere test
Il cantiere test era previsto già nel 2023, ma non si è potuto realizzare in ragione della frana della Maurienne del 27 agosto, che ha per qualche giorno interrotto la circolazione sull’asse autostradale del Fréjus e del tutto bloccato, ancora ad oggi, quello ferroviario sulla linea storica.
Anche nel 2025, quando si prevede un analogo periodo di chiusura autunnale, l’approccio sarà sempre di natura pilota prima di adottare un metodo finale, che sarà impiegato per una parte dei lavori nelle successive chiusure fino al 2041-2042, secondo le previsioni.
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I gestori sottolineano il loro tentativo di ridurre l’impatto economico e la necessità inderogabile delle operazioni. Il traforo viene chiuso nei mesi in cui è minore il transito di veicoli leggeri (il 68% del traffico nel 2023), ma l’opera ha 60 anni, ed è il primo grande traforo europeo a impegnarsi in lavori di genio civile di tale importanza. Le opere comportano lo smontaggio di tutte le installazioni tecnologiche, e il traffico non può quindi svolgersi neppure su base temporanea.
I percorsi alternativi
Lungo tale periodo prolungato, è consigliato l’utilizzo di itinerari alternativi quali il Traforo del Gran San Bernardo e il Traforo del Fréjus, il Colle del Piccolo San Bernardo e il Col des Montets, ambedue a rischio stop in caso di nevicate intense. La scadenza di tutti gli abbonamenti in corso di validità al settembre del 2024, siano essi da 10 o da 20 transiti, sarà prorogata automaticamente di ulteriori quattro mesi.
Sullo sfondo, le incomprensioni sull’infrastruttura
Ancora al G7 trasporti di Milano, in un incontro bilaterale del 12 aprile, i ministri dei trasporti italiano e francese, Matteo Salvini e Patrice Vergriete, hanno evocato la questione del traforo al Monte Bianco, insieme a quelle del Fréjus e del Tenda.
Da parte italiana, a livello ministeriale ma anche locale e regionale, si insiste sull’ipotesi di raddoppio, con una nuova canna come quella del Fréjus, la quale sarà probabilmente aperta al traffico tra luglio e agosto prossimi. Da parte francese, e senz’altro a livello locale, vi sono altre priorità. Vi è l’idea che il traffico merci debba passare dalla strada alla rotaia (e quindi nel tunnel di base della Torino-Lione) e che la qualità dell’aria sia un problema centrale per la vallée de l’Arve. A questo riguardo, il Piano per la qualità dell’aria (PPA) e altri strumenti hanno dato attuazione a politiche specifiche per ridurne l’impatto, dal car pooling agli interventi per la riduzione delle emissioni delle caldaie a legna.
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Per comprendere quanto debbano ancora ravvicinarsi le posizioni tra Italia e Francia, anche a livello locale e regionale, si può per esempio notare che non vi erano voci francesi, né tecniche né politiche, al convegno dell’11 aprile scorso ad Aosta, dedicato al Monte Bianco e ai trasporti transalpini, organizzato dalla Chambre valdôtaine des entreprises et des activités libérales (la camera di commercio).
I passaggi prima e dopo la chiusura del Traforo del Monte Bianco
Il Traforo del Monte Bianco è già stato sottoposto a chiusura per operazioni di manutenzione tecnica tra lunedì 16 ottobre e venerdì 15 dicembre del 2023. Lungo tale periodo il traffico leggero e pesante si è ovviamente dimezzato, scendendo dai 150.513 passaggi di marzo e dai 165.387 passaggi di aprile ai 67.520 passaggi di ottobre e ai 71.474 passaggi di dicembre. Dopo un maggio e un giugno segnati rispettivamente da 150.216 e 149.541 veicoli in movimento, questo si era fatto poi intenso a decorrere dal mese di luglio (226.299) e poi sino ai mesi di agosto (243.955) e settembre (166.646), complice anche l’inaccessibilità del Traforo del Fréjus.
La ripresa della circolazione su strada è stata invece piena all’inizio dell’anno corrente, quando essa è tornata in linea con i dati relativi agli anni passati. Più nello specifico, nel mese di gennaio il traforo ha ospitato 145.113 transiti, di cui 75.281 da parte italiana e 69.832 da parte francese; di questi 97.176 erano motociclette o automobili, 46.447 erano camion e 1.490 erano autobus. Quanto al mese di febbraio, per contro, gli spostamenti sono stati 143.661, di cui 71.660 dall’Italia e 72.001 dalla Francia; tra questi 95.049 erano mezzi leggeri, 47.241 erano mezzi pesanti e 1.371 erano pullman.
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(con contributi di Enrico Martial)