La Fondazione Pierre Gianadda di Martigny si trova a oggi popolata degli espressivi e dettagliati volti nonché dei profondi ma a tratti sfuggenti sguardi dei ritratti di Albert Anker. Sino alla prossima domenica 30 giugno, difatti, sono in esposizione presso la sede museale 128 opere sul totale dei 796 tra dipinti e studi a olio complessivamente realizzati dal pittore svizzero tra il 1848 e il 1902.

L’iniziativa sancisce il ritorno dell’artista all’interno di spazi espositivi che già lo avevano accolto a Neuchâtel nel 1910 e ugualmente a Martigny nel 2004. Questi, assieme ai giardini costellati di natura e sculture, sono visitabili tutti i giorni della settimana con orario dalle 10:00 alle 18:00.

L’infanzia vista da Albert Anker

Nato a Ins (Canton Berna) nel 1831, Albert Anker è stato un illustratore e pittore divenuto particolarmente celebre per le rappresentazioni di vita sociale e popolare del suo Paese. Nel corso del XIX secolo egli ha peraltro saputo distinguersi per le sue modalità di raffigurazione dell’infanzia in tutte le sue forme, tanto da aver portato a compimento circa 500 opere attinenti a tale specifica tematica.

Tale suo interessamento sorge primariamente nel 1874, quando dal suo ruolo di segretario del consiglio scolastico locale egli assiste all’introduzione da parte della Costituzione federale della laicità e dell’obbligatorietà della scuola primaria. Di qui una serie di illustrazioni della diligenza e dell’interesse dei bambini verso l’apprendimento, le quali li vedono ritratti ai loro banchi, intenti a seguire con attenzione le spiegazioni dei loro insegnanti o reggendo tra le mani le proprie cartelle.

Ma, come ben testimoniato dalla mostra dedicatagli a Martigny, Albert Anker ha avuto il merito di essere stato uno dei primi pittori ad aver catturato su tela il comportamento dei piccoli a livello psicologico. Vicino alle teorie di Jean-Jacques Rousseau e Johann Heinrich Pestalozzi, che consideravano l’infanzia innocente per natura ma corrotta da una cattiva educazione, egli amava specialmente concentrarsi sulla spontaneità degli sguardi dei suoi soggetti.

Albert Anker a Martigny

La mostra su Albert Anker allestita alla Fondazione Pierre Gianadda di Martigny svela appieno la naturalezza della quotidianità vissuta dalla prospettiva dell’infanzia. Con occhio attento e sensibile maturato dal suo ruolo di padre di sei figli, egli imprime sulla tela momenti individuali o scene di vita abituali, ritagli di giochi in compagnia o serate trascorse al fianco delle proprie famiglie.

Tra le opere più emblematiche in esposizione figura, a titolo di esempio, “Chez les grands-parents” (“A casa dei nonni”), con la quale nel 1892 egli illustra l’intimità e l’affetto che si respiravano all’interno di una casa di paese dell’allora Svizzera rurale. Colpisce anche “Jeune fille se coiffant” (“Giovane ragazza che si pettina”), che nel 1887 mostra una bambina intenta a intrecciarsi meticolosamente i lunghi capelli dorati.

Curato dallo specialista di pittura svizzera Matthias Frehner, l’allestimento si nutre di prestiti provenienti dalle collezioni private dei Kunstmuseum di Berna e Soletta, del Musée gruérien di Bulle, dal Musée cantonal des beaux-arts di Losanna e molti altri.

LEGGI ANCHE Lugano: il Museo delle dogane svizzero riapre per la stagione espositiva 2024

Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

Exit mobile version