La mostra “Gauguin, il diario di Noa Noa e altre avventure”, in corso al Mastio della Cittadella di Torino fino al 29 giugno 2025, esplora l’opera artistica e letteraria di Paul Gauguin con un’attenzione particolare al suo celebre libro Noa Noa. Scritto dopo il primo soggiorno a Tahiti, il volume fonde suggestioni letterarie e visive, restituendo un ritratto originale della vita e delle credenze nelle isole polinesiane.

Redatto al ritorno in Europa e illustrato con xilografie dell’amico Daniel de Monfreid, Noa Noa combina i racconti di Tehauna – giovane compagna di Gauguin – con informazioni tratte da testi di viaggio, dando forma a un’opera che suscitò scalpore nella Parigi artistica di fine Ottocento. La mostra torinese ricostruisce questo universo ibrido di immagini e parole attraverso un ricco percorso espositivo.

Un viaggio tra pittura, disegno e scrittura

Il cuore della mostra su Gauguin a Torino è dedicato al Diario di Noa Noa, ma il percorso si estende a numerosi lavori di Gauguin legati alla sua esperienza tahitiana. Tra le opere in mostra, spiccano Tahitiana (1891 circa), olio su tela attribuito all’artista, e Paesaggio polinesiano con capanna, acquerello di grande delicatezza, entrambi appartenenti alla collezione di Giovanni Testori e Alain Toubas.

Un raro disegno a monotipo, Studio di braccia, mani e piedi, testimonia la drammatica distruzione ordinata dalle autorità religiose dell’isola e salvato da Gauguin stesso. Accanto a questo, due sculture e una serie di stampe litografiche create per illustrare Avant et Après, il suo ultimo libro, completano il ritratto di un artista che mescolava tecniche e linguaggi per riflettere su sé stesso e sul mondo che lo circondava.

Uno degli elementi più affascinanti dell’esposizione è il taccuino personale di Gauguin, un oggetto che raccoglie schizzi, annotazioni e studi di animali e figure umane, ma anche dettagli sulle vendite e sugli scambi delle sue opere. Il documento rivela non solo il processo creativo dell’artista, ma anche la rete di relazioni intellettuali e commerciali che lo legava all’ambiente culturale europeo, nonostante il suo esilio volontario.

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