Le precipitazioni nelle regioni alpine hanno causato danni diffusi, con frane, inondazioni, blackout e accumuli di neve, con valanghe e la chiusura del traforo del Gran San Bernardo a tempo indeterminato. La perturbazione, arrivata da est, ha colpito l’arco alpino tra il 16 e il 18 aprile, con diverse situazioni di emergenza, più marcate sul versante italiano.
Le temperature basse hanno evitato danni maggiori, con cadute di neve in bassa quota, per esempio a Saint-Jean-de-Maurienne o ad Aosta. tuttavia, considerata la stagione, il manto nevoso pone per i prossimi giorni un ulteriore problema di valanghe, che varia a seconda dei versanti e delle zone.
Valanga su una galleria di accesso, chiuso il traforo del Gran San Bernardo
Una valanga ha danneggiato una galleria di protezione sul versante svizzero, poco sopra il lago des Toules, non lontano dall’ingresso del Traforo del Gran San Bernardo. Il collegamento rimane quindi chiuso, le prime ispezioni sono appena iniziate e non si ha notizia dei tempi di riapertura.
Con l’arrivo della neve, il tunnel è stato inizialmente chiuso ai soli mezzi pesanti e poi anche al traffico leggero. è stato inizialmente accessibile per il traffico leggero e poi chiuso. Una quindicina di vetture sono rimaste in prossimità del Traforo, per l’impossibilità di scendere su entrambi i versanti, come riportava il giornale 20 Minutes.
Il tunnel del Monte Bianco è rimasto chiuso ai soli mezzi pesanti, che hanno dovuto attestarsi all’area di regolazione di Passy e ad Aosta, mentre la circolazione è rimasta possibile per i mezzi leggeri.
Piemonte: frane e soccorsi tra Torino, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola
In Piemonte, l’ondata di maltempo ha causato almeno 500 frane e la caduta di oltre 500 millimetri di pioggia in poche ore. Tra le province più colpite ci sono Torino, Biella, Vercelli e Verbania, dove oltre 700 vigili del fuoco hanno effettuato più di 1.000 interventi, tra cui il salvataggio di 80 persone solo nella zona di Torino.
Quattro persone sono state tratte in salvo con un gommone a Crescentino, nel Vercellese, dopo l’esondazione della Dora Baltea. A Monteu da Po una persona è morta annegata nella propria abitazione.
A causa degli allagamenti e delle frane, gli accessi ad alcune frazioni a Castellamonte, San Sebastiano da Po e Villadossola hanno subito la chiusura, con l’evacuazione di circa 40 persone.
L’autostrada A5 tra Quincinetto e Pont-Saint-Martin e tra Piemonte e Valle d’Aosta (sull’asse del Monte Bianco) è stata chiusa prima su una corsia e poi su entrambe. La riapertura è sottoposta ai rischi di inondazioni e al versante franoso per cui sono in corso lavori di messa in sicurezza.
A Torino, il Museo Egizio ha chiuso i battenti per l’infiltrazione di acqua che ha interessato gli impianti elettrici. L’Arpa, l’agenzia regionale dell’ambiente per il Piemonte, ha diramato un’allerta arancione per pericolo valanghe nelle zone montane.
Valle d’Aosta: dissesti e interruzioni di energia elettrica
La Valle d’Aosta, ha registrato 23 dissesti, con frane, colate detritiche ed esondazioni a Valpelline, Issogne, Fontainemore e La Salle. Alcune abitazioni sono state evacuate a Issogne e Fontainemore, mentre a Oyace otto persone sono state allontanate per il rischio valanghe. Il limite delle nevicate si è abbassato almeno fino a 700 metri nella notte ed è nevicato ad Aosta, a 580 metri di altitudine, sin dal pomeriggio del 17 aprile.
Diverse strade regionali – per esempio verso Cogne – sono state chiuse, e il 18 aprile vengono progressivamente riaperte o si assicurano rapide finestre di transito organizzato.
A Lillianes sono caduti quasi 500 millimetri di pioggia in un giorno, e vi sono state frane anche nei villaggi, come nel comune di Fontainemore. Diverse località, tra cui Cogne e parzialmente la Valdigne, sono rimaste senza elettricità. Dei bypass e delle alimentazioni alternative permettono di alimentare progressivamente le reti rimaste isolate mentre si svolgono i lavori di ripristino.
Neve record in Vallese e a Chamonix, con qualche problema
Nel Vallese centrale, la nevicata abbondante ha causato il blocco di alcune strade, caduta di rami e interruzioni elettriche. In quota, il 17 aprile è caduto fino a un metro di neve. Diverse abitazioni sono rimaste senza corrente, in particolare in val d’Anniviers, le reti di St-Luc e Chandolin sono ripristinate, salvo per qualche villaggio così come la val d’Hérens.
A Chamonix sono caduti 40 centimetri di neve pesante e oltre 1,3 metri all’Aiguille du Midi, a 3.842 metri. L’instabilità del manto nevoso ha spinto le autorità a sconsigliare l’accesso agli sciatori, pur mantenendo aperta la teleferica.
La circolazione del treno del Montenvers è stata sospesa per la caduta di alberi sulla linea. Il rischio valanghe resta elevato (4 su 5), aggravato dal previsto rialzo termico: oggi l’isoterma di zero gradi è attesa a 2.400 metri.
Savoia: neve “collante”, rami spezzati e blackout diffusi
N evicate abbondanti hanno interessato anche la Savoia, con accumuli fino a un metro sopra i 2.000 metri e neve fino a 500 metri di altitudine, con tanto di neve a Saint-Jean-de-Maurienne. Il 17 aprile, uno sciatore britannico di 17 anni è morto dopo essere stato travolto da una slavina, in val Thorens.
La neve umida ha causato la caduta di rami e di qualche albero e la formazione di manicotti di ghiaccio sui cavi elettrici, provocando blackout e danni alla viabilità.
Il rapido riscaldamento previsto nel fine settimana, con temperature oltre i 20°C in pianura, mantiene alta l’attenzione sui versanti montani per il rischio di frane e piene.
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