Il programma Phénoclim — promosso dal CREA Mont-Blanc di Chamonix — ha lanciato un appello: raggiungere 2.000 osservazioni attraverso la scienza partecipativa, coinvolgendo cittadini, appassionati e ricercatori in un monitoraggio collettivo delle foreste alpine.

L’11 agosto 2025, un sorbo osservato a Chamonix mostrava già il 10% di foglie ingiallite: un fenomeno che, normalmente, si verifica almeno un mese più tardi. Dopo una primavera e un’estate tra le più calde mai registrate, l’autunno 2025 si preannuncia come un laboratorio a cielo aperto per comprendere come gli alberi reagiscono alla crisi climatica.

Alberi centenari si devono adattare al cambiamento climatico

In montagna, non è raro trovare alberi che vivono per secoli. Se sono nati circa un secolo fa, hanno sperimentato un clima mediamente 2 gradi più fresco di quello attuale. A differenza degli animali, le piante non possono migrare: devono adattarsi, sfruttando la propria genetica per rispondere ai cambiamenti ambientali.

Phénoclim, avviato nel 2004 dal CREA mont-Blanc di Chamonix, nasce proprio per studiare queste risposte, analizzando l’evoluzione dei fenomeni stagionali (fenologia) come la fioritura, la colorazione delle foglie e la caduta. Le domande scientifiche riguardano gli slittamenti temporali che si sono verificati negli ultimi decenni e la possibilità di prevedere delle tendenze. L’analisi riguarda anche la diversità dei risultati osservati rispetto alla varietà delle specie, alla posizione sui versanti montani (per esempio rispetto alle ore di sole), o all’altitudine.

Il programma si basa su due attività: l’osservazione sul campo e la raccolta dati tecnologica. Circa 1.000 partecipanti (studenti, cittadini, esperti, funzionari delle aree protette) monitorano 13 specie vegetali, registrando eventi chiave come il cambiamento di colore delle foglie (10% e 50% di ingiallimento) o la caduta. Parallelamente, una rete di 60 stazioni climatiche gestite dal CREA Mont-Blanc registra temperatura e copertura nevosa, creando un database che incrocia fenologia e climatologia.

Inoltre, il CREA ha sviluppato SPOT (Sciences Participatives Ouvertes à Tous), una piattaforma che consente la partecipazione e l’inserimento delle proprie osservazioni. Ci sono protocolli di osservazione, attività immersive ed esperienze di “natura virtuale” per mantenere il legame con il vivente anche a distanza. Infine, vi sono forum, momenti di scambio e strumenti di covalidazione delle osservazioni.

La modalità partecipativa per contribuire al progresso delle conoscenze sulla natura

La letteratura scientifica ha indicato che le persone più connesse alla natura sono più propense a impegnarsi contro il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, oltre a godere di maggior benessere fisico e mentale.

Le motivazioni per aderire a Phénoclim sono d’altra parte molt ovarie. Riguardano la curiosità, il desiderio di contribuire a una ricerca utile, lo scambio con ricercatori e altri osservatori, lo sviluppo di competenze, il rapporto diretto con i fatti della natura.

I dati raccolti vengono validati, analizzati e trasformati in indicatori che misurano l’evoluzione degli ecosistemi stagione dopo stagione. I risultati alimentano pubblicazioni scientifiche, l’Atlante del Monte Bianco e vengono diffusi attraverso eventi, blog e supporti divulgativi.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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