Domenica 14 settembre 2025, le città di Novalaise, in Savoia, e Novalesa, nella Valle di Lanzo in Piemonte, si sono gemellate ufficialmente.
La cerimonia si è svolta davanti al municipio savoiardo, alla presenza di un centinaio di residenti piemontesi venuti ad accompagnare la delegazione comunale. Dopo i discorsi di benvenuto di Claudine Tavel, sindaco di Novalaise in Savoia, e di Bruno Botteselle, sindaco di Novalesa in Piemonte, l’evento è servito a ricordare gli stretti legami instaurati tra i due comuni fin dagli anni Sessanta. Questa formalizzazione del gemellaggio conclude una sequenza di nuovi contatti e incontri transfrontalieri iniziata nel 2023.
Una relazione contemporanea con una storia comune
Gli scambi tra i due comuni sono iniziati negli anni ’60, sotto la guida di Victor Novel-Godet, sindaco di Novalaise in Savoia dal 1959 al 1977. Questo movimento di cooperazione, avviato in un contesto postbellico segnato dall’apertura dell’Europa, si è basato su relazioni tra scuole, associazioni e abitanti del luogo, fino alla loro interruzione negli anni Duemila. L‘attuale rilancio, avviato nel 2017 dalla commissione cultura del Comune savoiardo, si inserisce in un percorso di riattivazione di questa memoria locale. L’incontro di maggio ha fatto rivivere i ricordi attraverso la proiezione di archivi fotografici e cinematografici.
Continuità storica savoiarda
L’attuale riavvicinamento poggia su un’antica base storica. Già nel XIII secolo, i due comuni entrarono a far parte dell’entità politica di Casa Savoia.
Novalaise, nel retroterra savoiardo, fu integrata alla Contea di Savoia fino alla sua annessione dalla Francia nel 1860. Dal canto suo, Novalesa, nella valle di Lanzo, è stata integrata nel territorio di Casa Savoia nell’ambito del controllo della Valle di Susa e dell’Appennino piemontese.
Questo legame storico si riflette nella sua toponomastica. Il nome Novalesa deriva dal latino novale o novales, che significa terra appena coltivata, ampliato dal suffisso latino e gallico -itia. Nella lingua savoiarda, il nome del comune si scrive Novalèsa secondo l’ortografia letteraria e si pronuncia /nɔvalázə/.
Patrimonio edilizio e tracce linguistiche
Il comune piemontese conserva le caratteristiche di un villaggio alpino attraversato da un asse storico di comunicazione. È organizzato attorno alla Via Maestra, che conduce al colle del Moncenisio. Fin dal Medioevo, il percorso ha collegato i territori savoiardi alle pianure piemontesi. L’abbazia di Novalesa, fondata nel 726, rimane un punto di riferimento fondamentale nella geografia locale. Per tredici secoli, questo monastero, situato in una radura isolata, ha strutturato la vita religiosa, economica e culturale del villaggio. Il percorso accoglieva un flusso regolare di pellegrini, commercianti e viaggiatori. Le loro visite sostenevano un’economia locale basata su alberghi, commercio alpino e artigianato.
La valle di Lans nella sfera savoiarda
Più in generale, la valle di Lanzo, in cui si trova il comune piemontese, è documentata come storicamente appartenente agli Stati di Savoia. A partire dal Medioevo, la valle di Lanzo faceva parte del Ducato di Savoia. Godeva di uno status speciale, spesso definito “Terre di Margherita”, in riferimento alle leggi concesse alle comunità locali da Margherita di Savoia nel XIVᵉ secolo, che diedero una struttura duratura alla sua organizzazione.
I Novalicensi parteciparono alle campagne militari dei conti di Savoia. Le risorse minerarie locali venivano sfruttate a vantaggio del potere sabaudo, mentre i passi alpini facilitavano il traffico transfrontaliero. Diverse fonti descrivono una cultura savoiarda profondamente radicata, con l’uso della lingua savoiarda e di toponimi permanenti che segnano l’influenza culturale dei Savoia in questa regione del Piemonte.
Dai legami storici al coordinamento istituzionale
Rivivendo questa relazione tra due territori con lo stesso nome, i rappresentanti eletti dei due comuni compiono un gesto di memoria. Il loro incontro, simbolico e istituzionale al tempo stesso, offre un’interpretazione contemporanea di un’area transfrontaliera che per secoli si è strutturata attorno al movimento, all’interazione culturale e a una lingua condivisa.
La storia delle due Novalesa, da un lato all’altro del Moncenisio, è ora scritta in una continuità in cui il patrimonio diventa un vettore di dialogo.
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