Italia e Svizzera hanno firmato un accordo bilaterale volto a rendere maggiormente funzionali e dunque attrattive le linee di autobus transfrontalieri. Questo consente il cosiddetto cabotaggio, ovverosia la possibilità per i passeggeri di salire e scendere alle fermate nel proprio paese e non soltanto ai rispettivi capolinea transfrontalieri.
A siglare il documento, lo scorso giovedì 17 ottobre a Roma, sono stati il viceministro italiano Infrastrutture e trasporti, Edoardo Rixi, e il capo del dipartimento federale Ambiente, trasporti, energia e comunicazioni, Albert Rösti.
Gli autobus transfrontalieri tra Italia e Svizzera
A oggi sono attive alcune linee di autobus transfrontalieri tra Italia e Svizzera, quali per esempio la tratta Flixbus Torino-Aosta-Ginevra o la tratta TMR Aosta-Martigny. Il nuovo accordo andrà però a rafforzare la rete regionale di collegamenti pubblici tra la Lombardia e il Cantone Ticino, tra la Valle d’Aosta e il Basso Cantone del Vallese o tra Lombardia e l’Engadina.
È bene rammentare che alcuni documenti di intesa similari sono già stati stilati e firmati passato tra Svizzera e Germania, Austria e Francia. Inoltre, la nuova misura andrà a inserirsi nella serie di normative concernenti i “Trasporti internazionali mediante autobus tra la Svizzera e Stati terzi”.
La richiesta giunge da alcuni territori interessati, tra i quali per esempio Canton Ticino e il Cantone del Vallese, a fronte di un numero di lavoratori frontalieri che sfiora i 396 mila su tutto il territorio. Tale riforma nel sistema potrebbe dunque rappresentare una valida alternativa all’utilizzo pressoché costante dell’automobile da parte dei professionisti che si spostano da un capo all’altro della frontiera.
Il nuovo accordo
Il nuovo accordo tra Italia e Svizzera concernente gli autobus transfrontalieri permette, come detto, il cosiddetto cabotaggio. Tale pratica viene definita in sostanza come “il trasporto di passeggeri all’interno di uno Stato da parte di una impresa che non ha sede nello Stato in cui esso avviene”.
Attualmente, con il servizio di trasporto locale che non risulta liberalizzato, i mezzi sono impossibilitati a svolgere un servizio parallelo a quelli sussidiati all’interno della Confederazione e, di conseguenza, a effettuare collegamenti interni. Come indicato dalla già citata normativa in materia di trasporti in vigore, “le autorizzazioni non conferiscono il diritto di trasportare viaggiatori esclusivamente all’interno della Svizzera o all’interno di altri Stati” e “sono vietati i trasporti interni in un altro Stato nell’ambito di un servizio occasionale”.
Dopo la firma del documento lo scorso giovedì 17 ottobre, si tratterà ora di conoscerne nel concreto il calendario di attuazione.
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