William Boffelli ha stabilito il nuovo record di salita e discesa del Monte Bianco da Chamonix in 4 ore, 43 minuti e 24 secondi, superando di undici minuti il tempo fissato il 24 maggio prima da Benjamin Védrines. L’impresa è avvenuta sabato 31 maggio, in discrete condizioni meteorilogiche, su un percorso di oltre 32 chilometri e 3.800 metri di dislivello positivo.

Il trentunenne originario di Bergamo, che ora vive e lavora a Courmayeur, è partito alle 5:45 dal centro di Chamonix. Ha iniziato la salita con gli sci sullo zaino e le scarpe ai piedi, per poi passare agli sci con le pelli a quota 2.200 metri. Dopo un’ascesa rapida e continua, ha toccato la vetta del Monte Bianco alle 9:30. Un’ora dopo era di nuovo davanti alla chiesa del paese, luogo simbolico e classico delle imprese veloci in alta quota. A Chamonix e negli ambienti sportivi, l’impresa ha avuto il suo effetto e i commenti sono molti.

Il confronto con Védrines

Il nuovo primato arriva appena sette giorni dopo il record di Benjamin Védrines, che aveva percorso lo stesso tragitto in 4 ore, 54 minuti e 41 secondi, battendo a sua volta, di tre minuti, il precedente riferimento di Kilian Jornet. Boffelli, che dice di aver studiato l’impresa per anni da anni, ammette che la prestazione di Védrines lo ha spinto all’azione.

Dopo l’arrivo, lo scambio di messaggi tra Védrines, Jornet e Boffelli mostra il piccolo e particolare mondo degli alpinisti e atleti dell’alta montagna.

Durante la salita, Boffelli ha affrontato parziali difficoltà legate al rigelo notturno e al caldo in quota, con la linea dello zero termico vicina ai 4.000 metri. La gestione tecnica dell’equipaggiamento e il ritmo sostenuto hanno giocato un ruolo importante. Dopo circa un’ora e mezza, ha indossato gli sci e ha proseguito sul ghiacciaio, ottimizzando tempi e risorse.

La salita al Monte Bianco in velocità non è comunque banale. Ancora Védrines raccontava del rischio del freddo, di distorsioni, e dei bastoncini rotti durante la discesa.

Uno sportivo che ha studiato

William Boffelli è uno che ha studiato. Malgrado abbia iniziato l’attività sportiva a 15 anni, ha fatto le sue scuole con relativa normalità. Dopo il liceo scientifico a Zogno, nella val Brembana bergamasca, ha ottenuto all’università a Milano a dicembre 2022 la laurea magistrale in ingegneria glaciologica.

La sua tesi di laurea ha avuto il massimo dei voti, 110 e lode, su « Numerical modelling of global warming effects on the stability of rock faces in high Alps » (Modellazione numerica degli effetti del riscaldamento globale sulla stabilità delle pareti rocciose nelle Alpi di alta quota), con ricerche sul campo tra l’altro alla Capanna Margherita sul Monte Rosa.”.

Da agosto 2023 lavora per la Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur, dove conduce ricerche sul rischio glaciale.

E’ un nome conosciuto nelle competizioni di scialpinismo, dove ha ottenuto risultati significativi. Tra questi (per esempio) un terzo posto al Pierre Menta nel 2021 con il valdostano Nadir Maguet, al Tour du Rutor e vittorie al Monterosa SkyMarathon.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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