Il sindaco di Chamonix, Éric Fournier, conferma la sua opposizione al raddoppio del traforo del Monte Bianco, e considera la chiusura per tre mesi e mezzo “un momento di respiro“, un sollievo.

Éric Fournier ha espresso la sua posizione a Le Figaro del 2 settembre, nell’ambito di un reportage sulla chiusura del traforo del Monte Bianco, in cui si ascoltavano anche le voci dei trasportatori locali.

Con questa presa di posizione pubblica, Éric Fournier interviene d’anticipo sulla possibile discussione italo-francese sul raddoppio, dopo una serie di prudenti segnali che fanno supporre che se ne possa parlare.

Un “momento di respiro” per la valle di Chamonix

«Un moment de respiration au sens propre comme au figuré», (un momento di respiro in senso proprio e figurato), dunque positivo sia per la qualità dell’aria e sia come sollievo. Così il sindaco di Chamonix, Éric Fournier ha definito la chiusura per tre mesi e mezzo del traforo del Monte Bianco, per lavori, dal 1° settembre al 12 dicembre 2025.

Secondo il sindaco di Chamonix, nelle parole raccolte da Le Figaro, “nella nostra stretta valle, il fatto che ci siano meno camion e meno traffico in generale ha un forte impatto sull’inquinamento(Dans notre vallée étroite, le fait qu’il y ait moins de camions et moins de trafic en général a un impact fort sur la pollution) esprimendosi quindi sul traffico stradale in generale e non solo rispetto al collegamento transforntaliero.

Tuttavia, riferendosi proprio al traforo, aggiunge che il “traffico internazionale non è compatibile con una gestione a lungo termine della valle” (Le trafic international n’est pas compatible avec une gestion à long terme de la vallée). Éric Fournier presiede tra l’altro anche l’Osservatorio sulla qualità dell’aria (Atmo) della Regione Auvergne-Rhône-Alpes, di cui è consigliere.

La città di Chamonix ha appena finito di ospitare l’UTMB Mont-Blanc, la grande rassegna e competizione di Ultra-Trail che ha riunito 10.000 corridori (2.500 sulla competizione principale) e un grande pubblico molto vivace e creativo, in arrivo dai luoghi più disparati.

Fournier e il comune di Chamonix, mentre beneficiano della visibilità e promuovono il turismo generato da numerosi eventi come l’UTMB, hanno messo in atto misure per contenerne gli effetti ambientali.

Impatti economici limitati per Chamonix e diversità di interessi, il rimpiazzo della Torino-Lione

A differenza della Valle d’Aosta, che secondo Fournier si trova in una posizione di “cul-de-sac” e dipende maggiormente dal collegamento con la Francia, Chamonix non subisce conseguenze economiche rilevanti dalla chiusura del traforo del Monte Bianco.

Secondo l’articolo del Figaro, che ha raccolto anche le voci dello staff e dell’area politica del sindaco, sul loro versante il transito al Traforo è “più subito che desiderato“.

In prospettiva, secondo i collaboratori del sindaco, il traffico internazionale dovrebbe spostarsi sul ferro, e in particolare sulla nuova linea ad alta velocità (e capacità) Lione-Torino.

Per quanto ne sappiamo oggi, il tratto internazionale della nuova linea, tra Susa e Saint-Jean-de-Maurienne, dovrebbe essere completato tra otto anni, nel 2033. Non sono invece ancora noti i tempi per il rinnovamento (e il finanziamento) del più lungo tratto della linea tra Saint-Jean-de-Maurienne e Lione, che sarà realizzato più tardi.

Sono lavori e sistemazioni di tracciato necessari per consentire alla tratta su territorio francese di trasportare le merci per il volume atteso e reso disponibile dalla tratta internazionale, e sottrarle quindi possibilmente al traffico stradale.

Piccoli segnali bloccati

Tra Francia e Italia vi sono stati segnali sulla possibile discussione del raddoppio del traforo del Monte Bianco, promosso in particolare da parte italiana. Oltre a un messaggio che ne apriva la possibilità reso noto alla parte italiana all’epoca di Michel Barnier primo ministro l’11 ottobre 2024, una proposta di dare vita a un gruppo di lavoro era stata avanzata dal ministro italiano degli Esteri, Antonio Tajani, in occasione del Comitato frontaliero del Trattato del Quirinale, a Nizza il 7 febbraio 2025. Tuttavia non aveva ricevuto risposta, e una ambiguità al riguardo che si era sviluppata poi tra i media.

Un gruppo di esponenti politici della Valle i Chamonix e il deputato Xavier Roseren avevano allora espresso pubblicamente la loro contrarietà, ottenendo dal ministro dei Trasporti, Philippe Tabarot, una lettera di conferma dell’assenza di nuovi gruppi di lavoro e di mantenimento della posizione nazionale favorevole alla singola canna al Traforo del Monte Bianco.

La seconda canna del traforo del Fréjus è stata invece inaugurata il 28 luglio scorso.

(l’articolo è in promozione gratuita e sarà riservato agli abbonati dopo 48 ore dalla sua pubblicazione)

LEGGI ANCHE:

Perché Italia e Francia non si capiscono sul raddoppio del Monte Bianco

Tajani domanda e Barnier risponde su Monte Bianco, Fréjus e Ventimiglia

A Nizza, il Comitato frontaliero dei problemi e delle soluzioni italo-francesi

Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

Exit mobile version