La personale di Tino Aime De Rerum Natura – Viaggio incantato verso l’essenza segreta delle cose” inaugura la stagione espositiva della Pinacoteca Comunale Francesco Tabusso di Rubiana, in Val di Susa, sabato 24 maggio alle 17. Rimarrà aperta fino al 15 giugno e sarà visitabile il sabato e la domenica.

L’allestimento è curato da Marco Marzi, in collaborazione con l’associazione Ars Rubiana e il Comune di Rubiana.

Tino Aime è un artista che ha attraversato i temi della montagna. Ha seguito e rappresentato il mondo occitano di Fréderic Mistral. Ha presentato le sue opere in Italia, Francia, Stati Uniti, con una speciale visione del mondo e delle cose.

Fiori secchi, di Tino Aime (1985) (c) Associazione Tino Aime per gentile concessione

Il personaggio e l’artista Tino Aime

Tino Aime, nato a Cuneo nel 1931 e scomparso nel 2017 a Gravere in Val di Susa, è stato un artista dalle molte espressioni, incisore, pittore e scultore, molto legato al territorio e alla montagna. E’ conosciuto in ambito internazionale ed è uno dei grandi rappresentanti artistici dell’area alpina piemontese.

Dopo la formazione alla Libera Accademia di Torino con Idro Colombi, ha iniziato il suo percorso artistico come scultore, per poi dedicarsi con passione alla grafica e all’incisione, tecnica nella quale è considerato uno dei massimi maestri italiani, con oltre milleduecento lastre realizzate. La sua opera scultorea si è espressa nel bronzo, nel legno e nella pietra, spesso integrati con antiche porte e finestre, in un dialogo materico che restituisce memoria e paesaggio.

Nel corso della sua carriera, Aime ha esposto in Italia, Francia, Romania e Stati Uniti.

In Provenza ha dedicato un importante ciclo di opere a Frédéric Mistral, poeta maestro della lingua occitana, restituendo il mondo rurale e luminoso del Midi francese in una mostra itinerante che ha toccato i musei di Gap, Marsiglia, Digne, Draguignan, Aix-en-Provence e Nizza.

Amici e scrittori come Nuto Revelli, Davide Lajolo, Mario Rigoni Stern, Nico Orengo e altri hanno spesso accompagnato la sua arte. Tra l’altro, gli hanno dedicato il volume Caro Tino… lettere ad un amico pittore. L’archivio della sua opera è oggi curato dall’Associazione Tino Aime.

I fiori di Tino Aime (c) Cristina Bruno Nos Alpes

La mostra di Rubiana

Nella mostra di Rubiana, i protagonisti del “viaggio incantato verso l’essenza segreta delle cose” sono i soggetti floreali, espressione di quella che Aime chiamava “natura silente”.

“Rose canine, alchechengi, lunarie, ortensie, ginestre bianche, c’è un erbario definito nella pittura di Tino Aime, – scrisse l’amico Nino Orengo (1944-2009, poeta, gionalista) presenze ricorrenti che tracciano la sua geografia in primo luogo esistenziale”.

D’altra parte, era “Pittore di montagna e non di montagne” disse Massimo Mila (1910-1988), critico musicale e alpinista. Era artista delle cose semplici, sapeva esprimere con delicata profondità l’ordine naturale delle cose. Disse di sé “sono di poche parole dette, le parole le dipingo”.

Con il suo sguardo attento e struggente raccontava il mondo intorno a lui, a partire da quello della sua amata Bastia di Gravere, in alta Val di Susa, descrivendo il vento, la neve, i boschi e la vita silenziosa e laboriosa delle borgate in pietra.

Inoltre, nell’ambito dell’esposizione in corso, visitabile fino al prossimo 15 giugno, è in programma sabato 31 maggio alle ore 17 la presentazione del volume di Giorgio Cattaneo, Tino Aime. Un talismano per la pace che ci spetta, edito da Graffio Editore. All’incontro saranno presenti l’autore e Paola Aime, figlia dell’artista.

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