Il Comitato frontaliero previsto dal Trattato italo-francese del Quirinale si riunirà a Nizza il 7 febbraio 2025, a Palais Masséna. Più volte rimandato e più volte alla ricerca di una data, il Comitato ancora venerdì scorso presentava delle incertezze sul formato della riunione, complice anche il rischio (pare superato) di una mozione di censura al neonato governo francese presieduto da François Bayrou.
Dovrebbero presiederla i due ministri degli esteri, Antonio Tajani e Jean-Noël Barrot, considerando che si è cercata proprio una data che fosse compatibile con gli impegni di entrambi.
Quale formato
Per un po’ di tempo è stata ipotizzata una riunione in più parti, con dei gruppi di lavoro e la sessione plenaria, forse anche delle visite.
La soluzione alla fine è stata di occupare soltanto una mezza giornata, con la sola riunione in plenaria del Comitato. I tempi diventano quindi molto stretti per dare la parola ai molti partecipanti, con uno scenario simile a quello della prima riunione del Comitato frontaliero del Quirinale, che si è riunito a Torino il 31 ottobre 2023.
L’idea dei gruppi di lavoro era peraltro stata avanzata appunto alla prima riunione, ma non vi sono grandi passi avanti al riguardo.
I progetti e gli accordi
Al Comitato dovrebbero essere presentati e illustrati vari progetti, da parte di enti locali e amministrazioni. In corso vi sono la preparazione di un GECT (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) che riunisce una cinquantina di Comuni delle “Alpi del Mare” (anche del cuneese) e del litorale, capitanato dalla Communauté d’agglomération de la Riviéra française (CARF), e altre cooperazioni. Tra queste, ci sono l’Alleanza transfrontaliera delle Alpi del sud, tra la Metropoli di Nizza Costa Azzurra, la Provincia di Imperia e la Provincia di Cuneo, un GECT in preparazione nelle Alpi del nord e il recente accordo tra Alta Savoia e Valle d’Aosta, per quanto meno strutturato.
Vi sono cinque tematiche, che riguardano i trasporti (stradali, ferroviari, marittimi e urbani), la sanità (in particolare per gli ospedali, e per esempio per la cooperazione tra quelli di Briançon e Susa), l’ambiente, l’educazione (con le scuole, forse compreso il doppio diploma ESABAC) e la governance, su cui però si sa relativamente poco, salvo che è in corso il progetto Interreg Alcotraité, concentrato piuttosto sull’ambito regionale e locale.
La Metropoli di Nizza, con il presidente-sindaco Christian Estrosi, si è già candidata ad accogliere il segretariato del Comitato frontaliero, facendo delle sinergie organizzative con il segretariato dell’Alleanza delle Alpi del sud: dovrebbero probabilmente condividere spazi e qualche risorsa.
Come procede il Trattato e come vanno le questioni transfrontaliere
Le luci non sono molto vivaci sull’andamento del Trattato. Il terzo anniversario, il 26 novembre 2024, non ha visto la produzione di un rapporto annuale di attività, che pure era stato redatto in modo congiunto nel 2023.
Lo stesso Comitato frontaliero avrebbe dovuto riunirsi già nel 2024 a luglio, per essere rimandato all’autunno e infine a questo inizio d’anno. La situazione politica in Francia non ha certo aiutato, con lo scioglimento dell’Assemblea nazionale appunto a giugno e la crisi politica che ne è seguita, con la breve vita del governo di Michel Barnier e con la mancata approvazione del bilancio, La prossima riunione, e già se ne parla, dovrà essere dopo le elezioni municipali francesi, che si terranno secondo le previsioni a marzo 2026.
Per quanto riguarda i grandi temi della frontiera, al momento pare che sia il Comitato e sia il Trattato del Quirinale non abbiano avuto grandi effetti. Sul tunnel di Tenda i progressi e le tensioni si svolgono su un piano di bilaterale classico senza che sia proprio migliorato il clima.
Alcune incomprensioni sul tunnel stradale del Fréjus permangono, con le domande italiane sulla mancata apertura della seconda canna. Ugualmente, i due Paesi procedono su un piano bilaterale tradizionale riguardo alla ferrovia del Fréjus, che vedrà nuovamente del traffico ai primi di aprile, dopo la lunga chiusura seguita alla frana del 27 agosto 2023. Sul collegamento ad Alta velocità Torino-Lione, la cooperazione è stabile nell’ambito delle strutture, come TELT, esistenti ormai da tempo.
Il Monte Bianco e qualche segnale positivo
Infine, al Monte Bianco, si nota solo un dialogo a distanza e per iscritto sul tema del raddoppio, senza che sia veramente affrontato nel merito, mentre il GEIE del Traforo – malgrado gli accordi di Lucca – sembra perdere d’importanza a vantaggio delle due società concessionarie, che si rivolgono a rispettivi governi e meno alle istanze di cooperazione.
Viceversa, sul piano locale, il Trattato ha portato a un discreto attivismo, che produce per il momento delle strutture e dei contenitori, più che dei contenuti, che sembrano ancora privilegio dei soli progetti Interreg.
Vi sono segnali positivi, però: il tema della mobilità potrebbe essere uno dei progetti operativi del GECT Alpi del Mare guidato dalla CARF, Trenitalia France ha deciso di far sostare i treni ad Alta velocità a Saint-Jean-de-Maurienne, Treni Turistici Italiani sta studiando l’impiego della ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza nella valle Roja, dopo aver già collegato la scorsa estate Milano con Nizza, anche solo per qualche viaggio.
Sullo sfondo, per coincidenza e a imprimere un po’ di coraggio, la figura del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che riceverà due giorni prima, oggi 5 febbraio, la laurea honoris causa all’università di Aix-Marseille, dunque a poca distanza da Nizza. Bisognerà ascoltare il suo discorso.
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